SALMO 149
Buongiorno a tutti,
oggi impareremo dal Salmo 149, di seguito riportato, come muoverci nel cammino che conduce a Dio:
Cantate al Signore un canto nuovo; *
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo Creatore, *
esultino nel loro Re i figli di Sion.
Lodino il suo nome con danze, *
con timpani e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo, *
incorona gli umili di vittoria.
Esultino i fedeli nella gloria, *
sorgano lieti dai loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca *
e la spada a due tagli nelle loro mani,
per compiere la vendetta tra i popoli *
e punire le genti;
per stringere in catene i loro capi, *
i loro nobili in ceppi di ferro;
per eseguire su di essi *
il giudizio già scritto:
questa è la gloria *
per tutti i suoi fedeli.
Il trionfo della relazione d’amore tra Dio e uomo è al centro di questo meraviglioso canto. Un trionfo che non dipende da Dio, ma direttamente dall’uomo. Dio, cantato come Creatore, Re e Signore, è tutto intento ad accogliere le lodi, i canti, le danze, le musiche, le invocazioni e le suppliche dell’uomo, per manifestare attraverso la risposta ad esse il suo immenso amore e realizzare la comunione reciproca. Il Salmista ci indica la via da percorrere per giungere a tale comunione e corrispondere così all’amore di Dio. La via da seguire è la via della fedeltà e dell’umiltà, via segnata inconfondibilmente nel mondo da Gesù Cristo. Il Salmista, infatti, invita tutti i fedeli a innalzare a Dio un canto nuovo, che sia espressione della gioia del cuore per Dio Creatore e Re. Il cuore fedele, innamorato di Dio, è pieno di un’incontenibile gioia per il Creatore e Signore, una gioia che interessa tutte le manifestazioni più belle che da essa prendono movimento. Così, il canto, la musica, la danza, la lode, l’acclamazione ed esaltazione del nome di Dio, la letizia del cuore, la dolcezza del linguaggio, per il fedele innamorato sono effusioni d’amore incontenibili, a cui egli non riesce a resistere, che esprimono tutta la felicità dell’anima per l’amore del Signore. Nell’amore la fedeltà è una condizione indispensabile per la realizzazione di una vera comunione, d’altra parte l’assenza di questo aspetto fondametale è indice di un amore non del tutto maturo e, forse, addirittura, non vero. Ma in che modo è possibile capire se il nostro amore per Dio è sincero e profondo? Il Salmista ci fornisce la risposta indicandoci nell’umiltà la virtù che beatifica il cuore dell’uomo. La presenza di questa virtù nel cuore dell’uomo è indice, infatti, di un vero e disinteressato innamoramento. Mentre la fedeltà potrebbe essere interessata, e quindi potrebbere nascondere dietro un amore non vero, l’umiltà non lo è mai. Se, infatti, un cuore è umile, per definizione stessa di umiltà, in questo cuore non può esserci altro interesse che per la persona amata, se un cuore non è umile, il suo interesse è solo per se stesso. Una vera fedeltà può nascondere un finto amore, ma una vera umiltà no. Inoltre chi è umile è anche fedele, mentre chi è fedele non sempre è umile. Il Salmista ci fa comprendere questa differenza nelle seguenti parole “Il Signore ama il suo popolo, incorona gli umili di vittoria.” Il Signore dà il premio del suo amore solo ai fedeli umili, quelli cioè che amano non se stessi ma Dio, vivendo per Lui, vivendo di Lui, e mettendo Lui al centro della loro vita, delle loro attenzioni, dei loro discorsi, delle loro azioni, di tutto quanto essi pensano, dicono, fanno e amano. In questa ottica la gloria per i fedeli del Signore è far conoscere e amare Dio ad ogni altro uomo del mondo, lottare contro il male, schierarsi apertamente per il bene e per Dio, vendicare tra i popoli e le genti le offese all’amore divino con la lode a Dio, con la testimonianza della propria esperienza d’amore, con l’esaltazione e la proclamazione a tutto il mondo della missione di salvezza e di amore di Gesù Cristo, ossia con la spada invincibile dell’amore. Dall’amore per Dio nasce spontaneamente nel cuore di ogni fedele, l’impegno a far conoscere a tutti le sue meraviglie per condividere con tutti la gloria di Dio.
Capo d’Orlano, 25/072012
Dario Sirna
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