CANTATE AL SIGNORE CON CEMBALI

GIUDITTA 16, 1-2a. 13-15

Buongiorno a tutti,

oggi saranno le seguenti parole di Giuditta ad indicarci la direzione del nostro cammino:

Lodate il mio Dio con i timpani, *

cantate al Signore con cembali,

elevate a lui l’accordo del salmo e della lode; *

esaltate e invocate il suo nome.

 

Poiché il Signore è il Dio *

che stronca le guerre.

 

Innalzerò al mio Dio un canto nuovo: †

Signore, grande sei tu e glorioso, *

mirabile nella tua potenza e invincibile.

 

Ti sia sottomessa ogni tua creatura: *

perché tu dicesti e tutte le cose furon fatte;

mandasti il tuo spirito e furono costruite *

e nessuno può resistere alla tua voce.

 

I monti sulle loro basi *

insieme con le acque sussulteranno,

davanti a te le rocce si struggeranno come cera; *

ma a coloro che hanno il tuo timore

tu sarai sempre propizio.

Il motivo della lode e del canto innalzato da Giuditta a Dio è nella liberazione dal nemico e dal male. Le parole di Giuditta ci invitano a riflettere sulla fedeltà di Dio all’amore per l’uomo. Dio è celebrato come creatore e onnipotente, come Colui che con la sua gloria governa il tempo e la storia, il cosmo e la vita, come Colui che detiene il potere invincibile e sovrannaturale di far tremare intere catene montuose, di sciogliere come cera le rocce, di muovere oceani immensi, come colui che tutto realizza e ottiene con la semplice forza della sua parola. Una parola che diventa per il cosmo intero un comando a cui esso non può sottrarsi, una voce a cui nessuno può resistere, perché tutto Egli ha creato mandando il suo spirito. Tutto appartiene a Dio proprio perché tutto Dio ha fatto mandando il suo spirito. L’impronta dello spirito di Dio rimane in ogni cosa creata come a segnalare la sua appartenenza a Dio, e soprattutto come a garantire l’obbedienza alla sua parola. Proprio perché Dio ha mandato il suo spirito per creare il cosmo, ogni cosa creata non è indifferente alla parola di Dio, riconoscendo e obbedendo al timbro della Sua voce. In questo contesto in cui tutto ciò che esiste è governato da Dio con la sua parola ed è realizzato con il suo spirito, l’uomo ha la possibilità di fidarsi di Dio e del suo amore o di rifugiarsi solo in se stesso. Giuditta ci insegna ad avere fiducia in Dio, a restare saldi sempre nel suo amore, perché il vero nemico dell’uomo non è la potenza delle armi o di qualsiasi altra cosa che gli incute paura e dipendenza ma l’infedeltà al Signore. L’uomo diventa vulnerabile e preda del male quando si allontana da Dio, disprezzando la sua parola e preferendo ad essa la propria. Giuditta ci invita a rinnovare noi stessi elevando a Dio un canto nuovo, un canto cioè che rispecchi il rinnovamento del nostro cuore e il ritorno all’amore del Signore.

Capo d’Orlando 13/08/2012

Dario Sirna

 

 

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