CAMMINANDO CON LO SPOSO

CAMMINANDO CON LO SPOSO

Due anni fa il Signore mi ha consesso una grande grazia: sono stato scelto tra i parrocchiani del mio paese come Ministro Straordinario dell’Eucarestia. Quando il Parroco mi ha chiesto di aderire a questo Ministero io ho accettato senza esitazione alcuna.

Sapevo bene in cosa consistesse perché essendo stato vicino alla Parrocchia per tanti anni lo avevo sempre visto praticare ai Consacrati. Da laico mi sento onoratissimo di essere stato scelto e soprattutto di esercitare tale Ministero, che mi ha dato grandissime opportunità di cammino. In questa sede, in qualità di laico,  voglio condividere con voi la mia esperienza di Ministro Straordinario dell’Eucarestia rendendovi partecipi del cammino effettuato insieme a Gesù durante  l’esercizio del Ministero stesso.

La Domenica mattina partecipo alla celebrazione Eucaristica delle 8,30 nella Chiesa di Porto Salvo di Capo d’Orlando, arrivato il momento della Comunione, mi sposto dal banco in cui sono seduto, percorro qualche metro del corridoio che mi separa dall’Altare  e mi presento al Sacerdote con in mano la teca per portare l’Eucarestia. Il Sacerdote con un cenno mi chiede quante persone devo servire e io rispondo indicando il numero. Ricevuto Gesù Eucaristia per il numero di ammalati da visitare faccio la Comunione e immediatamente, portando la teca sul petto, lascio la Chiesa per raggiungere le varie case dei fratelli infermi, ove per me la Santa Messa continua insieme a Gesù e a loro. L’esperienza è veramente grande,  la più grande che io  abbia mai vissuto. Mentre nel cuore ricevo tutto l’amore di Dio, racchiuso nell’Eucarestia assunta per la mia Comunione, contemporaneamente nelle mie mani trasporto Dio. Lo Sposo mi abbraccia e mi riempie d’amore e allo stesso tempo vuole essere abbracciato e riempito d’amore. Si fida ciecamente di me, grande peccatore. Lui il Creatore di tutto, Lui l’Onnipotente, Lui l’Amore puro inviolato e inviolabile, Lui Dio, Lui che non ha bisogno di nulla, si mette nelle mie mani per potere raggiungere i figli ammalati, fidandosi di me, che non perdo mai occasione per offenderlo.  Io indegno peccatore, vengo lavato nel sangue divino da Lui sparso per giustificare le mie colpe, vengo nutrito dello stesso sangue, e vengo ritenuto degno di stare a contatto di Dio, portandolo nelle mie mani. Tutto questo avviene senza che io abbia un solo merito da presentare a Dio, ma solo ed esclusivamente per la Sua immensa Misericordia. Il popolo Ebraico doveva coprirsi il volto per non restare accecato dai raggi luminosi emessi dal volto di Mosè ogni qualvolta usciva dalla Tenda del Convegno dove stava alla presenza di Dio e io, invece, non solo ricevo direttamente nel mio corpo il Pane del Cielo, ma addirittura mi viene consegnato nelle mani per portarLo ai fratelli ammalati. Un uomo che raggiunge la gloria di Dio non si farebbe mai così piccolo da rendersi presente in un pezzo di pane, poi consumato da altre persone. Non si abbasserebbe mai a lasciarsi toccare da altri uomini, non si metterebbe mai  nelle mani di chi lo ha già tradito in precedenza.

Ci vuole proprio un amore da Dio per potere ragionare in questi  termini, incomprensibili per gli uomini.

Solo Dio può lasciare 99 pecore sane per salvarne una dispersa, solo Dio può mettersi nelle mani di un peccatore come l’uomo pur di essere ricevuto da chi è impossibilitato a visitarlo in Chiesa. E questo non perché ci vuole l’onnipotenza di Dio per potere affrontare e superare queste cose, ma solo perché nel cuore ci vuole un amore grande come quello di Dio per potere compiere tutto questo. E’ lo stesso amore con cui Dio per noi, per la nostra salvezza, per non perderci,  ha affrontato la passione sulla Croce. E’ lo stesso amore con cui Dio pur di raggiungere chi lo desidera, si mette nelle mani di chiunque. Chi dopo l’esperienza della Crocifissione tornerebbe a fidarsi di chi lo ha già crocifisso? Solo Dio fa questo. E se quando Dio fu crocifisso aveva assunto la natura umana con la mansuetudine di un agnello,  qui, ora,  a fidarsi di noi è il Pane del Cielo, che, pur volendo,  nulla vuol fare e può fare contro chi non lo ama, se non essere mangiato. E’ vero che Dio è onnipotente e che tutto ciò che esiste, anche l’invisibile, esiste in quanto Dio lo ha creato e lo sostiene, ma la Sua onnipotenza sembra superare questo incredibile altissimo livello per raggiungere il valore dell’amore, ove quello che conta non è la forza, ma il desiderio, non è la potenza, ma il sentimento. Di fronte all’amore che muove il cuore di Dio qualsiasi ragionamento viene infranto.  Dunque nella logica dell’amore non c’è logica, ma solo Amore. Amore che rende la persona pronta a dare la vita.  E se così non fosse la vita sarebbe una vita senza amore, sarebbe, quindi, già una vita morta. Di fronte all’amore né la morte, né la sofferenza, costituiscono un impedimento. Dio ama in tale misura. Nessuno è capace di fermare l’amore di Dio e Dio non ha paura di amare. In Lui l’amore è spontaneo, come spontaneo e naturale è l’atteggiamento di donarsi per amore senza limiti, paure, impedimenti, ragionamenti, logiche. Stranamente è proprio in questo incontenibile e irrefrenabile desiderio di amare che  tutte queste ultime cose vengono completamente superate. Nulla può fermare l’amore, neanche la morte, e Dio lo ha dimostrato personalmente e direttamente in Cristo Gesù. Ecco allora che tutti i miei ragionamenti e tutti i miei pensieri sulla dignità mia o di qualunque altro uomo nel ricevere Dio e nel portalo con me non hanno per Dio alcun senso e terminano nel momento stesso in cui Dio vede in me o in qualunque altra persona l’opportunità di potere raggiungere altre persone, altri figli che Egli ama e che vuole raggiungere a tutti i costi, correndo qualsiasi rischio. Dopo avere acquisito questa consapevolezza la mia soggezione nei confronti di Gesù Eucaristia, invece di diminuire è cresciuta a dismisura, tanto quanto è cresciuta in me l’idea che Dio mi ha dato del suo Amore per l’uomo. Portare nelle mie mani questo Amore che è capace di creare tutto quello che esiste e che è capace per donarsi di superare qualsiasi contrarietà, mi ha fatto sentire estremamente piccolo, talmente piccolo da non trovare termini di paragone. Ma ho anche capito che questo Amore che viaggia nelle mie mani ha la capacità di penetrare ancora più in profondità la mia anima e così mentre le mie mani sono a contatto di Dio, Dio mi tocca il cuore. Lo fa ogni volta che io lo servo e, poco alla volta, con grande pazienza, mi cambia.

Questo credo di avere imparato nel mio cammino fatto con Gesù Eucaristia durante il tragitto che ci conduce dalla Chiesa alla casa dei fratelli infermi.

Capo d’Orlando, 06/06/2012

Dario Sirna

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