CALANCHI DI BIANCAVILLA

BIANCAVILLA – IN CAMMINO SUI CALANCHI – PRIMA PARTE

IMG_2705I calanchi sono delle formazioni montuose anomale che spiccano nel paesaggio dell’entroterra catanese per le loro originalissime  forme e per le sfumature dei loro colori. Territorialmente ricadono nel comune di Biancavilla (CT), ma geograficamente sembrano appartenere più al territorio dell’ennese che a quello dell’Etna. 

La loro natura, infatti, è più assimilabile alla natura delle colline di Centuripe che alla natura del basamento vulcanico del Mongibello. Sono facilmente raggiungibili in macchina grazie a una strada asfaltata il cui percorso attraversa la valle interna alle catene di colli di cui si compongono. L’imbocco di tale arteria stradale si trova sulla via che collega Paternò con Centuripe, immediatamente dopo il ponte sul Simeto, sulla sinistra venendo dall’Etna, dal lato opposto al collegamento con Centuripe. L’escursione è molto semplice e adatta a tutti. Vista la fruibilità della strada in questione è possibile ammirare  e fotografare la bellezza naturale di questi posti senza accedere direttamente ad essi, restando in macchina o passeggiando a piedi lungo la via in questione. Ovviamente le soddisfazioni migliori si ottengono risalendo a piedi i fianchi, le creste e le dorsali delle varie catene di colli interessate da questo fenomeno. I periodi consigliati per l’escursione sono l’autunno e l’inverno. L’estate non è proponibile a causa delle temperature troppo alte e dell’elevata siccità del posto, in primavera gli effetti della vegetazione stagionale si ripercuotono negativamente sull’omogeneità paesaggistica, ingrediente fondamentale in questo tipo di ambiente. Durante il periodo delle piogge occorre comunque visitare il posto nei giorni asciutti in quanto la natura eccessivamente argillosa e spugnosa del terreno di cui sono formati potrebbe costituire un inconveniente rilevante. La zona dei Calanchi si estende a partire dalla sponda occidentale del Simeto e comprende oltre alle colline in questione anche le formazioni montuose di Centuripe, ove comunque il fenomeno è più contenuto. Non sappiamo esattamente da quale causa prendano vita queste formazioni, ma possiamo intuire che esse sono dovute alla combinazione della natura del terreno con l’esposizione geografica e il clima locale. E’ evidente che si tratta di un fenomeno fortemente legato al clima tant’è che i colli interessati hanno aspetto completamente differente a secondo del versante considerato. Il fenomeno si presenta in maniera estesa, vistosa e accentuata solo sui versanti esposti a Sud, mentre tutti i versanti esposti a nord sono apparentemente nella norma. A giudicare dall’aspetto sembrerebbe che i calanchi siano originati da un processo di desertificazione naturale accentuato in maniera vistosa dal congiuntura di anomalie climatiche e di anomalie del terreno. In particolare è possibile pensare che l’aridità esistente sia collegata non tanto alla deficienza di precipitazioni meteorologiche, quanto alla natura di un terreno che in quelle particolari condizioni climatiche non è in grado di diventare fertile. Osservando da vicino lo strato superficiale del piano di campagna si nota con evidenza che il terreno è totalmente privo di humus, elemento fondamentale per l’attecchimento e la colonizzazione del regno vegetale. Arbusti e macchie si trovano sparsi in maniera isolata e rada. La struttura dello strato esterno dei calanchi non è né rocciosa, né sabbiosa, ma soffice e burrosa come un’argilla inzuppata e lievitata, crepata in tantissime zollette circolari del diametro di qualche centimetro. Camminando sopra i calanchi il piede affonda nel terreno e se l’umidità di quest’ultimo è elevata si impasta di fango. Non si capisce bene se l’assenza di vegetazione sia dovuta, oltre che a un fattore climatico, anche ad una scarsa fertilità chimica, o a una scarsa fertilità fisica, o alla presenza di un ph naturale estremo. La presenza di specie vegetali particolari indica sicuramente che un fattore di fertilità anomalo è sicuramente presente. Dal punto di vista paesaggistico i calanchi hanno un impatto ambientale a dir poco stupefacente. L’aspetto arido e nudo di queste colline di terra dalla pelle vellutata e sfumata di tinte calde richiama alla mente atmosfere particolari e lontane. L’assenza di una colonizzazione del regno vegetale fa pensare a territori lunari o di altri pianeti, o alle ere iniziali  della nostra Terra, quando la vita ancora non c’era. L’aridità e la morfologia dei colli riporta nel contempo alla mente i territori dei deserti d’Oriente, tant’è che questi scenari sono stati utilizzati in passato per ambientare alcuni episodi di un film sulla Bibbia. I colori caldi, rosati, sfumati e ondeggianti dei calanchi richiamano alla mente anche le montagne dei deserti americani, tipiche scenografie  western. Il termine calanco descrive invece alla perfezione l’aspetto rugoso e solcato di queste montagne. Il calanco è un solco privo di vegetazione scavato da acque meteoriche violente in un terreno argilloso. Il fenomeno del dilavamento per erosione meteorica produce nei terreni argillosi dei solchi molto profondi in cui l’acqua confluisce  in piccoli valloni, dalle pendenze elevatissime. Dal dorso della catena collinare i calanchi si diramano seguendo le linee di una spina di pesce. Sui solchi ortogonali alla colonna dorsale si innestano calanchi secondari che formano diramazioni ramificate. Tali solchi disegnano nel terreno linee geometriche molto particolari che danno alle colline un effetto tridimensionale accentuato a causa del senso di profondità generato dai solchi stessi. La struttura arrotondata e morbida delle colline viene così ridisegnata e riscritta dall’architettura di questi solchi, che conferiscono alla struttura montuosa in questione una geometria spinta. La forma dei calanchi è fortemente esaltata dal colore della terra e dalle bellissime sfumature che i minerali creano al suo interno. L’effetto finale è veramente entusiasmante. Fascino e bellezza si fondono insieme per sedurre irresistibilmente chiunque osi posare il suo occhio su queste colline. I Calanchi di Biancavilla sono un’oasi naturale di straordinaria bellezza donata dalla benevolenza del Creatore all’uomo perché tramite essa possa sperimentare la gioia di una  vita interiore attiva, che spinga il cuore  ad andare oltre l’aspetto esteriore delle cose e alle necessità terrene della vita, per approdare alla dimensione cosmica e ultraterrena dell’Amore, ove il centro di rotazione a cui convergere è Dio e la relazione con Lui.  

Capo d’Orlando, 12/02/2014 Dario Sirna.

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