BIANCAVILLA – UN GIRO NEL CUORE DEI CALANCHI – PARTE TERZA
Il reportage di oggi aggiunge ai precedenti la documentazione di un nuovo tratto di Calanchi che si trova alle spalle del precedente, nella zona internata, retrostante la strada. Il percorso effettuato ha sfruttato i valloni interni che confluiscono nell’arteria idrica principale. Tali valloni collegano le varie colline e permettono di passare in mezzo alle stesse con la suggestione di trovarsi completamente circondati da un paesaggio lunare e insolito. |
Nell’area in questione non ci sono sentirei tracciati dall’uomo, ma strettissimi viottoli segnati sul terreno dal passaggio dei greggi di pecore. Vista la notevole pendenza dei pendii è necessario rintracciare tali vie per muoversi su un fondo meno pericoloso e più agevole. Considerato che l’area non è stata mai attrezzata per essere visitata e mostrata ai turisti il programma di questo giro deve essere necessariamente stilato sul posto, in base al proprio interesse personale. A tal proposito risulta utilissimo lasciarsi guidare dall’intuito e dagli stimoli suscitati dalla bellezza delle colline più appariscenti, d’altra parte i Calanchi giocano a carte scoperte e, anche i più belli, si rendono facilmente individuabili al momento. Da quel che abbiamo visto non sembra essi possano nascondere al loro interno situazioni naturalistiche imprevedibili, ma solo ambienti più o meno simili, in cui i calanchi possono raggiungere livelli di perfezione differenti. Inoltrandoci verso le zone più lontane dalla strada ci siamo resi conto che l’area dei calanchi si estende ben oltre il più conosciuto limite esterno e che l’esplorazione delle zone meno visibili richiede molto tempo, tanto cammino, ma dà in cambio grandi soddisfazioni. Dal punto di vista paesaggistico cambiano completamente le prospettive panoramiche, producendo una serie illimitata di scorci in cui l’Etna fa da sfondo a un paesaggio sempre nuovo e sempre eccellente. L’ombra dei calanchi disegna nelle colline geometrie pettinate e a forma di spiga che si ergono da una base accovacciata sul piano di campagna. I calanchi, simili a grandi leoni sdraiati e con le zampe allungate all’esterno, riposano mansueti mentre vegliano su tutta la valle. Il calanco è buono, tranquillo, accoglie chiunque a braccia aperte, a tutti regala un sorriso, in tutti sprigiona un’emozione. Arricchisce tutti gratuitamente, senza mai esigere un contraccambio. Il calanco è l’amico che non si ingelosisce se guardi oltre il suo crinale per la bellezza di chi gli sta intorno, il calanco non pretende di essere elogiato, non vuole essere continuamente ammirato, ma allo stesso tempo il calanco ritiene preziosa la tua presenza nei suoi spazi, non si arrabbia, né si insospettisce se lo riempi di attenzioni, ti accoglie desideroso di sentirsi cercato e voluto bene. Il calanco non rifiuta, né rinnega il bene che riceve gratuitamente. Il calanco vuole entrare nel tuo cuore e lì restare per fare parte in eterno della tua vita, perché esso sa che il tuo amore viene da Dio e che a Dio lo vuole portare.
Capo d’Orlando, 26/02/2014
Dario Sirna.
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