CALANCHI DI BIANCAVILLA – QUARTA PARTE

BIANCAVILLA – ULTIMO TRATTO IN MEZZO AI CALANCHI

Calanchi Biancavilla Quarta Parte-0838Il  reportage di oggi chiude la documentazione dei calanchi di Biancavilla fornendoci una visuale completa e dettagliata della zona visitata durante l’escursione. Ciò non significa che abbiamo concluso e che non torneremo in questi luoghi, restano infatti da visitare tutte le formazioni argillose più internate, quelle che si sviluppano sotto il fronte montuoso sulla cui cresta sorge il centro di Centuripe.

Le immagini di oggi fanno parte del tratto finale dell’anello effettuato intorno alla zona e sono perciò relative alle colline che si affacciano direttamente sulla strada che attraversa la valle dei calanchi, da noi incontrate sulla via del ritorno. Questa zona è la più facile da raggiungere e la più conosciuta, ma anche la più interessante e suggestiva, in essa si trovano i soggetti più fotografati e più rappresentativi. Dal punto di vista fotografico offre opportunità uniche e singolari, di grande pregio paesaggistico e di notevole impatto visivo.
L’azione erosiva degli agenti atmosferici ha conferito alle colline l’aspetto di dune di sabbia, tipiche delle aree desertiche, mentre in effetti la somiglianza esteriore non coincide con  la loro morfologia. Di questo ci si può rendere conto solo scendendo dalla macchina e portandosi direttamente sulle colline. Il profilo di queste dune non cambia dunque rapidamente con le bufere di vento, ma si mantiene apparentemente immobile, con mutazioni percettibili solo nei decenni.
Quella dei calanchi è un’immagine poco conosciuta della nostra Regione, pur costituendo tra le tante diversità dell’isola un’eccellenza  non trascurabile. Dal punto di vista della conservazione dei luoghi questa circostanza è stata fino ad ora un grande vantaggio, in quanto ha permesso il mantenimento delle condizioni naturali originali e il loro rispetto. La scarsa fertilità dei suoli, la povertà dei pascoli, l’assenza di ogni altra risorsa economica differente ha giocato a favore della conservazione della bellezza dei calanchi, che, anzi, nel corso del tempo è solo aumentata. Nelle vallate più interne e più fertili le aree coltivate ad arancio si armonizzano perfettamente con la natura dei calanchi, anzi conferiscono alla stessa un ulteriore tocco nife, conferito dall’ordine e dai colori dei giardini di agrumi.
L’area merita di essere  tutelata e rivalutata con un piano di sviluppo che preveda oltre alla conservazione dei luoghi una regolamentazione dell’accesso, una migliore fruizione delle aree più lontane, la segnalazione dei belvedere più belli, la realizzazione di sentieri battuti, l’imposizione di vincoli per una tutela integrale che vieti all’interno ogni attività in contrasto con la bellezza del territorio e del paesaggio.
Ma ciò che più ci preme segnalare sono le potenzialità spirituali della zona, a tal proposito ci tornano in mente i brani forti del Vangelo in cui si parla del deserto come di un’area in cui Gesù Cristo si ritira per la preghiera, per la meditazione, per l’ascesi spirituale. Crediamo che la società odierna abbia un bisogno immenso di queste esperienze al fine di recuperare il valore reale delle cose, per un rapporto con il mondo e il terreno che sia epurato dalla dipendenza e che sottragga l’uomo dalla schiavitù della vita materiale, con tutte le conseguenze negative che essa genera.
I calanchi con il loro aspetto essenziale, minimalistico, nudo ed osseo, ci dimostrano che la bellezza non è una enfatizzazione   dell’aspetto esteriore ma la scoperta e rivalutazione della vita interiore e dei beni spirituali che ad essa sono connessi. Ci sono valori che appartengono alla vita umana che sono alla base di un’esistenza equilibrata e armoniosa, valori che noi abbiamo completamente cancellato in favore di realtà apparentemente più desiderabili, ma meno efficienti, incapaci di portare la vera pace nel cuore. Da queste semplici  riflessioni comprendiamo che il Creatore tutto ha realizzato nel mondo per il benessere nostro, prevedendo anche le opere necessarie a stimolare il nostro ritorno alla vita spirituale e al suo amore di Padre premuroso, provvidente e sempre presente.
Capo d’Orlando, 03/03/2014

Dario Sirna.

GALLERIA SINTETICA

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