TOBIA 13, 2-10
Buongiorno a tutti,
a farci da guida nel cammino di questo nuovo giorno sono le seguenti parole tratte dal libro di Tobia:
Benedetto Dio che vive in eterno; *
il suo regno dura per tutti i secoli;
egli castiga e usa misericordia, *
fa scendere negli abissi della terra,
fa risalire dalla grande Perdizione *
e nulla sfugge alla sua mano.
Lodatelo, figli d’Israele, davanti alle genti: †
Egli vi ha disperso in mezzo ad esse *
per proclamare la sua grandezza.
Esaltatelo davanti ad ogni vivente, †
è lui il Signore, il nostro Dio, *
lui il nostro Padre, il Dio per tutti i secoli.
Vi castiga per le vostre ingiustizie, *
ma userà misericordia a tutti voi.
Vi raduna da tutte le genti, *
in mezzo alle quali siete stati dispersi.
Convertitevi a lui con tutto il cuore
e con tutta l’anima, *
per fare la giustizia davanti a lui
e allora egli si convertirà a voi *
e non vi nasconderà il suo volto.
Ora contemplate ciò che ha operato con voi *
e ringraziatelo con tutta la voce;
benedite il Signore della giustizia *
ed esaltate il re dei secoli.
Io gli do lode nel paese del mio esilio *
e manifesto la sua forza e grandezza
a un popolo di peccatori.
Convertitevi, o peccatori, *
e operate la giustizia davanti a lui;
chi sa che non torni ad amarvi *
e vi usi misericordia?
Io esalto il mio Dio e celebro il re del cielo *
ed esulto per la sua grandezza.
Tutti ne parlino *
e diano lode a lui in Gerusalemme.
Le parole di questo cantico sono una benedizione a Dio e un invito a tutti a lodarlo per la Sua infinita e costante benevolenza. L’esperienza narrata nel cantico è quella dell’esilio in terra straniera e dell’umiliazione di sottostare ai pagani e alla minaccia dell’idolatria. L’Orante invita i fedeli a mantenere salda la loro fede e la loro speranza in Dio, assicurando che anche nelle situazioni più difficili in cui il Signore sembra nascondersi e abbandonarci, Egli si mantiene sempre vicino al suo popolo con le cure e le attenzioni amorevoli di un Padre. L’Orante si rivolge a Dio benedicendolo come Signore, come Dio che vive in eterno e il cui regno dura per tutti i secoli, come re del cielo, come Signore della Giustizia e come Padre. Queste benedizioni vengono supportate dalla testimonianza della sua esperienza personale in terra d’esilio. Durante la prova durissima dell’esilio, l’Orante sperimenta la provvidenza di Dio, la sua potenza, la sua forza, la sua grandezza, la sua maestà, la sua signoria, la sua giustizia e soprattutto la sua benevolenza e il suo amore di Padre, che corregge, istruisce, ammonisce e usa misericordia con chi si converte, opera la giustizia, la carità, l’elemosina, si mantiene fedele alla sua parola, alla legge e ai precetti. Egli così rende testimonianza a tutto il popolo fedele del bene e dell’amore ricevuto da Dio durante l’esperienza dolorosissima dell’esilio e della malattia, esortando tutto il popolo a cantare la grandezza del Signore davanti a ogni vivente. L’esperienza dell’esilio diventa, dunque, per l’orante un’occasione provvidenziale per ringraziare, lodare, benedire Dio in mezzo al popolo pagano e per esortare tutti alla conversione. L’Orante ci insegna a saper leggere sempre negli avvenimenti della vita la volontà salvifica e amorevole di Dio, a non scoraggiarci mai, a restare sempre saldi nella fede in ogni circostanza, specie nelle grandi difficoltà delle vita, anche se contrarie alla nostra volontà, alle nostre preghiere, alle nostre aspettative. Non sempre l’uomo, anche se credente e fedele, riesce a comprendere come realizzare il bene per se stesso e per gli altri, ecco perché quando tutta la nostra vita sembra rivoltarsi contro di noi pensiamo di essere stati abbandonati dal Signore, o addirittura cominciamo a non credere più in Dio. L’Orante ci insegna a mantenerci fedeli a Dio soprattutto in queste circostanze e a credere nell’adempimento della volontà di Dio e del nostro bene sempre. Spesso quando preghiamo innalziamo richieste a Dio che sono conformi solo ed esclusivamente ai nostri interessi personali e che spesso non corrispondono né al nostro bene né al bene di tutti, esse non vengono mai accolte, creando malcontento e delusione in noi. A realizzarsi sempre è, invece, la volontà di Dio, che trae il bene per noi da ogni situazione, anche dalle situazioni più difficili, che si rivoltano contro di noi e in cui il male sembra trionfare nella nostra vita, opprimendoci e soffocandoci. Gesù Cristo è la risposta più eloquente fornita da Dio all’uomo relativamente al dolore. Egli abbraccia la volontà del Padre affrontando pacificamente e da solo l’esperienza dolorosissima della Passione, della crocifissione e della morte in croce, lasciandoci l’esempio e la Via da seguire per affrontare e sconfiggere per sempre la sofferenza e la morte.
Capo d’Orlando 07/08/2012
Dario Sirna