BEATO L’UOMO CHE TEME IL SIGNORE

SALMO 111

Buongiorno a tutti,

proseguiamo il nostro cammino quotidiano immettendoci nella via tracciata dal Salmo 111, di seguito riportato :

Beato l’uomo che teme il Signore *
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe, *
la discendenza dei giusti sarà benedetta.

Onore e ricchezza nella sua casa, *
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre come luce per i giusti, *
buono, misericordioso e giusto.

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, *
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno: *
il giusto sarà sempre ricordato.

Non temerà annunzio di sventura, *
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Sicuro è il suo cuore, non teme, *
finché trionferà dei suoi nemici.

Egli dona largamente ai poveri, †
la sua giustizia rimane per sempre, *
la sua potenza s’innalza nella gloria.

L’empio vede e si adira, †
digrigna i denti e si consuma. *
Ma il desiderio degli empi fallisce.

Il Salmo si apre con l’annuncio della beatitudine del giusto. Il Salmista nel primo verso si sofferma sul senso di questa beatitudine, spiegando il concetto, molto frequente nella Sacra Scrittura, del timore di Dio. Egli esordisce dichiarando beato chi teme il Signore e prosegue subito dopo affermando che tale timore e tale beatitudine consistono proprio nel provare gioia per i comandamenti di Dio.  L’affermazione è veramente forte e mette in crisi ognuno di noi. Provare gioia per i comandamenti di Dio comporta innanzitutto effettuare un ben preciso cammino che ci permette di conoscerli nel loro vero significato, di accettarli nel cuore, sentendoli e facendoli nostri,  di amarli al punto da trarre tutta la gioia della nostra esistenza dalla loro puntuale  e precisa osservanza e di  amareggiarci ogni qualvolta essi vengono trasgrediti da noi e dai nostri fratelli. Di questo cammino noi forse non abbiamo compiuto neanche la prima tappa. Forse conosciamo gli enunciati dei comandamenti di Dio, ma fino a che punto ne conosciamo il loro intimo significato e valore? Temere Dio significa proprio approfondire tali conoscenze al punto da acquisire il senso e dei suoi precetti, il loro valore, la loro importanza, la loro bellezza e il loro potere.   Temere Dio non significa, allora, avere paura della suoi castighi, ma amarne i suoi precetti come strumenti indispensabili per imitarlo nella via dell’amore. Questa via indicata dal Signore e riproposta qui dal Salmista è l’unica via che corrisponde alla piena realizzazione di ognuno di noi secondo il progetto con cui Dio ci ha pensati e creati. Per l’uomo ogni altra dimensione diversa da quella che Dio ha previsto per noi è una vera e propria sventura che conduce all’infelicità e alla rovina. L’uomo che cammina nella via dei comandamenti di Dio risplende in mezzo a tutti gli altri uomini come una luce che illumina le tenebre. Egli nell’intimo non soffre per la povertà, ma si sente sempre ricco, in quanto è onorato e saziato dall’amore di Dio. La sua ricchezza materiale e interiore non è egoisticamente chiusa in se stessa ma viene donata con grande generosità e gioia a tutti coloro che ne hanno bisogno, perché l’uomo che si nutre dell’amore di Dio sa che questa sorgente è inesauribile e che non lo lascerà mai senza cibo. Egli sa di avere ricevuto gratuitamente da Dio tutto quanto possiede e, volendoLo imitare, anche lui dona gratuitamente a tutti, trovando grande gioia nel privarsi di ciò che per lui è necessario (e non solo del superfluo) per provvedere alle necessità impellenti dei suoi fratelli. Egli confida sempre in Dio e si sente sicuro, certo che Dio non lo abbandonerà mai e che l’amore di Dio è eterno. Per questo motivo la sua fiducia in Dio è salda  ed egli non ha paura del futuro, della vecchiaia, della morte e della sventura. La diligenza  con cui accoglie e osserva minuziosamente i precetti del Signore per conoscerne la volontà e per imitarlo nell’amore e nella vita  diventa  la sua più grande forza, una potenza invincibile che lo rende partecipe della gloria di Dio. La gioia del suo cuore suscita l’invidia perversa degli empi che vorrebbero malvagiamente sopprimerlo, ma il loro desiderio, contrario alla volontà di Dio, fallisce sempre. La descrizione del giusto fatta dal Salmista corrisponde al modello di vita a cui noi dobbiamo continuamente tendere, ma la nostra umanità è più forte dell’amore per Dio, cosicché facilmente perdiamo l’orientamento cadendo lungo il cammino e perdendo le forze necessarie per rialzarci. Nella sua infinita bontà e nel suo immenso amore Dio, conoscendo bene le nostre necessità, oltre a farci dono dei comandamenti e della sua parola, al fine di garantirci la salvezza con il completamento del suddetto cammino e il conseguimento della meta, ci ha fatto dono del Figlio, unico vero uomo giusto che corrisponde esattamente alla descrizione del Salmista. Egli è la vera luce che illumina le nostre tenebre. Egli è l’unico uomo buono, misericordioso e giusto. Egli è l’unico uomo pietoso che dà veramente in prestito e che trionfa sempre sui nemici. Egli è l’unico vero giusto che con la sua preziosissima offerta giustifica tutti gli uomini donando largamente a noi la sua stessa vita. Egli è l’unico uomo potente che ha vinto per sempre la morte, restando giusto, obbediente e fedele all’amore del Padre anche sulla croce. Per questo è stato risuscitato dal Padre e trionfante è salito  nella gloria del Paradiso, ove per sua bontà e amore ci chiama a condividere la sua gloria.

Capo d’Orlando, 26/10/2012

Dario Sirna

 

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