SALMO 121
Buongiorno a tutti,
oggi ci incamminiamo lungo la via tracciata dalle parole del Salmo 121, di seguito riportato:
Quale gioia, quando mi dissero: *
«Andremo alla casa del Signore».
E ora i nostri piedi si fermano *
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita *
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, †
secondo la legge di Israele, *
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio, *
i seggi della casa di Davide.
Domandate pace per Gerusalemme: *
sia pace a coloro che ti amano,
sia pace sulle tue mura, *
sicurezza nei tuoi baluardi.
Per i miei fratelli e i miei amici *
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio, *
chiederò per te il bene.
In questo Salmo l’Orante canta il suo amore per Gerusalemme. Non viene descritta la bellezza della città, né il suo fascino, ma viene cantata la sua fondamentale importanza nella vita dell’uomo. Il Salmista ha volutamente tralasciato di cantare la bellezza esteriore della città per metterne in evidenza una bellezza superiore, il cui valore è dovuto essenzialmente alla presenza in essa della “casa del Signore”. La “casa del Signore” è il luogo in cui dimora Dio insieme alla sua “famiglia”. Essere invitati a entrare nella “casa del Signore” significa, dunque, beneficiare della sua grande misericordia per godere della sua amicizia e del suo amore. Ricevere tale invito è una grazia che non ha paragoni e che produce una gioia immensa, gioia che viene superata solo dalla felicità di arrivare alle sue porte per essere ammessi a varcarne le soglie. Il viaggio compiuto dal Pellegrino è dunque un viaggio verso la santità, un cammino di vita che quotidianamente è diretto verso Dio e che ha come meta finale il Paradiso. L’incontro con Dio è un incontro che tramite Cristo si realizza in pieno sulla terra e che sempre grazie a Cristo continua a perpetuarsi in eterno dopo la morte. La gioia espressa dal Salmista è la gioia terrestre della celebrazione dell’amore del Signore, amore che si concretizza e manifesta nel rapporto che Dio stabilisce con l’uomo già su questa terra, ma essa è anche figura di una gioia santa che dovrebbe riempire l’uomo nel momento del suo distacco definitivo dalla vita terrena. Non dobbiamo mai dimenticarci che Cristo con l’offerta del sacrificio della sua vita sulla croce ci ha ottenuto la salvezza e la vita eterna. Disperare nel momento della morte o guardare alla morte come ad una nemica sarebbe allora grave offesa all’amore di Cristo. Significherebbe, infatti, non credere alla risurrezione e dare valore nullo alla sua offerta. In qualsiasi posto e in qualsiasi circostanza Dio ci chiama il nostro cuore deve essere sempre pieno di gioia nel lasciare quello che abbiamo e che stiamo facendo per seguire Dio in ciò che ci chiede, sia che si tratti di compiere un pellegrinaggio, sia che si tratti di fare una scelta di vita completamente nuova e diversa, sia che si tratti di morire a se stessi, sia che si tratti di lasciare per sempre questo mondo e tutto quello che ad esso ci lega per raggiungerlo e amarlo in Cielo. La nostra risposta alle richieste che quotidianamente Dio ci propone di fare nel nostro cammino di vita deve sempre essere espressione della gioia di accogliere nel nostro cuore una sola volontà: la Sua. Se veramente amiamo Dio e desideriamo come il Salmista raggiungere la città che ne ospita la “casa” non possiamo che metterci in cammino sulla via della realizzazione della Sua volontà. Non dobbiamo temere, né avere paura di compiere questo viaggio, ma dobbiamo mantenere alta la gioia di eseguirlo nella certezza che la città verso la quale ci stiamo muovendo e che Dio ci invita a raggiungere attraverso il particolare cammino personale che riserva ad ognuno di noi, cammino guidato sempre ed unicamente da Cristo, è l’unica città salda e compatta. Essa, infatti, esiste e sussiste per volere divino, per cui nulla puo’ scalfirne la solidità e nulla può insidiarne l’unità e la compattezza. La forza di questa città è proprio l’amore di Dio, che nella sua immensa bontà l’ha edificata per donare all’uomo un luogo sicuro, una sede eterna inattaccabile dal male. La presenza di Dio all’interno della città fa confluire verso di essa tutti i popoli del mondo perché Dio ama ogni uomo e desidera la salvezza di ognuno di noi. L’amore di Dio e il forte richiamo che Esso ha su tutti diventa così motivo di unità all’interno della Città di Dio, unità che, grazie a Cristo, ci rende fratelli, figli dell’unico Padre Celeste, membra dell’unica famiglia che abita nella “casa di Dio”. Ancora il Salmista ci incoraggia a compiere il suddetto pellegrinaggio ricordandoci che la presenza di Dio in Gerusalemme assicura al suo interno l’adempimento di ogni giustizia, per la difesa e salvezza dei poveri, degli ultimi, dei bisognosi, degli umili e di tutti quanti confidano non su se stessi ma nell’aiuto del Signore per avere garantita la vita. Infine il Salmista ci invita raggiungere le porte della Città Santa nella certezza di trovare all’interno della “casa del Signore” la pace, la prosperità, la sicurezza e il bene. Pace e bene che egli canta dal profondo del suo cuore gustandone intensamente il sapore, tanto da trasformare il suo canto in un invito alla preghiera rivolto a tutti perché ognuno si adoperi a domandare a Dio tali delizie dell’anima.
Capo d’Orlando, 24/10/2012
Dario Sirna