LE GROTTE DELLA ROCCA DEL CRASTO
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Durante l’escursione compiuta ai Torrioni di contrada Cammara nel comune di Alcara Li fusi abbiamo avvistato sul lontano costone roccioso che scende dalla Rocca del Crasto, ed esattamente alla base dello strapiombo più basso, un’apertura naturale molto simile ad una caverna o a una grotta. Oggi siamo tornati sul posto per esplorare la zona in questione alla ricerca di altre simili aperture riconducibili a grotte naturali. Sulla parete ovest delle Rocche del Crasto, nel canalone formato con la Rocca Calanna, di fronte allo strapiombo su cui nidifica l’aquila reale, c’è l’ingresso della famosa “Grotta del Lauro”. L’accesso all’interno della grotta è impedito da un’apposita chiusura gestita dal Comune del posto. Noi ci siamo mossi sullo stesso versante, ma ad altezze superiori, in cerca di grotte di minore importanza, il cui accesso è ancora libero. Per raggiungere il posto abbiamo percorso lo stesso tragitto dell’escursione compiuta ai Torrioni sottostanti, risalendo le pareti della Rocca Calanna fino a giungere alla prima delle grotte avvistate. Orientarsi non è difficile in quanto questa grotta è facilmente individuabile dallo stradale che serve l’abitato di Cammara. Il cammino effettuato per arrivare a questa prima meta è di circa un’ora ed è tutto in salita. Esso si svolge su terreni sdrucciolevoli o ricoperti da pietraie di varie dimensioni. All’inizio dell’escursione il contesto paesaggistico è monopolizzato dalla spettacolare cortina rocciosa della Rocca Calanna che impone la sua strepitosa bellezza su tutta la valle del Fiume Inganno. Persino l’imponente mole di Monte Soro, con tutto il fascino del suo verdissimo manto di faggi e con tutta l’imponenza dei suoi 1.847 m. di altezza slm, non riesce a competere con la bellezza di queste rocce, la cui altezza è, invece, notevolmente più bassa, attestandosi intorno ai 1000 m. slm. Salendo di quota e spostandoci verso est, la conformazione montuosa della Rocca Calanna rimane nascosta dal ripido pendio che scende dalla Rocca del Castro. L’attenzione è ora richiamata da altri elementi rocciosi di differente aspetto ma meritevoli di altrettanta ammirazione. Il paesaggio cambia, mostrando nuove e diverse formazioni, ma senza far mai scemare l’interesse e l’attenzione. Al contrario, succede, invece, che avanzando nel cammino la scoperta di questi nuovi e inattesi elementi naturali accresce la curiosità, alimenta l’interesse e soprattutto nutre il desiderio di andare sempre più avanti per raggiungere, toccare e ammirare da vicino le nuove realtà avvistate. Ci spostiamo perciò percorrendo la ripidissima e difficile salita senza mai avvertire stanchezza e noia. Arrivati alla base del primo costone roccioso che costituisce l’ossatura centrale delle Rocche del Crasto, ci ritroviamo di fronte alla grotta avvistata dai Torrioni. La grotta ha un’apertura orizzontale di una decina di metri e un’altezza di oltre quattro metri. All’interno è molto ampia grazie alla sua volta a cupola che accresce lo spazio interno verso l’alto con un notevole effetto architettonico. La profondità media della grotta supera abbondantemente i sei metri. L’apertura frontale si estende a quasi tutta la larghezza della grotta, cosicché all’interno essa è copiosamente illuminata. I raggi solari diretti non riescono ad entrare all’interno della grotta tranne che in particolari orari e in certe stagioni in cui essi si piegando parallelamente all’orizzonte e camminano sul terreno restando sospesi in aria. La luce da noi riscontrata è una luce morbida e diffusa, ma sufficiente per mettere in grande evidenza la straordinaria bellezza delle pareti della grotta. La grotta presenta al suo interno varie e grandi formazioni carsiche dovute allo stillicidio di acqua e carbonato di calcio. In particolare dal pavimento della grotta si ergono diverse sagome di stalagmiti aventi le sembianze di colonne alte anche oltre il metro, ma tutte quante versano in pessime condizioni perché danneggiate dagli animali e dall’uomo. Nella grotta sono presenti evidenti segni della permanenza prolungata di ovini. Il fascino e la bellezza della grotta sono perciò dovuti quasi esclusivamente alla straordinaria bellezza e colorazione delle pareti verticali e della volta. Queste parti della struttura essendo, infatti, difficilmente danneggiabili sono rimaste pressoché inalterate e mostrano una perfetta conservazione. All’interno di questo stupendo scrigno la combinazione della luce diffusa con la roccia e i colori dei minerali presenti in essa amplifica la bellezza della grotta. Le pareti interne riflettono mutuamente la brillantezza dei loro colori moltiplicandone i fantastici effetti cromatici. Come nelle pareti rocciose degli strapiombi, anche qui le rocce risultano segnate verticalmente da varie fasce colorate e parallele. Ma, contrariamente a quanto accade sulle pareti esterne degli strapiombi, in questa grotta le varie striature colorate partono dal centro della cupola e divergono verso il pavimento, espandendosi come i raggi di un ombrello. La sfumatura dei vari toni colorati e i forti contrasti tra le fasce chiare e le fasce nere, tra le fasce rosate e quelle dorate, crea un ambiente estremamente luminoso, saturo di una calda atmosfera aurea che impreziosisce notevolmente la grotta, rendendo piacevole la permanenza al suo interno. L’effetto della luce e dei colori al suo interno è veramente entusiasmante e difficile da dimenticare. Oltre a questa grotta nelle sue strette adiacenze c’è una seconda apertura anch’essa a forma di grotta, ma di dimensioni notevolmente più ridotte e di minore interesse. Sugli strapiombi delle balze superiori della Rocca del Crasto, nella direzione della Grotta del Lauro, ad una quota notevolmente più elevata osserviamo altre cavità importanti aventi dimensioni molto grandi. Decidiamo di salire per vederle da vicino e capirne l’importanza. La salita è molto dura e impegnativa, essa, però, regala grandi suggestioni per la bellezza degli strapiombi, la spettacolarità delle guglie, la straordinarietà del paesaggio, l’ampiezza dei panorami e il brivido della quota. Raggiungiamo la zona avvistata e ci ritroviamo di fronte a un nuovo spettacolo della natura. La cavità è grandissima, ha una forma circolare e semisferica, con colorazioni accese e calde nelle sue cavità più interne, ma il suo accesso si trova su uno strapiombo alto oltre dieci metri e, perciò, impossibile da scalare senza idonea attrezzatura. Dal basso non si riesce a comprendere se la grotta si sviluppa in profondità, nascondendo al suo interno nuovi misteriosi tesori naturali, o se, invece, essa consiste dell’unica apertura frontale visibile dall’esterno. Durante l’escursione avvistiamo una nuova grotta le cui caratteristiche sembrano molto simili alla grotta visitata all’inizio dell’escursione, ma la sua distanza da noi è notevole per il tempo che ci resta a disposizione, per cui decidiamo visitarla in un’altra occasione. Alla fine della giornata torniamo a casa con il cuore pieno di tante emozioni e di tanti nuovi stimoli suscitati da quanto visto nei luoghi visitati, siamo perciò sicuri che presto faremo ritorno sul posto per scoprirne tutte le bellezze nascoste e carpirne tutti i segreti.
Il viaggio di oggi ci ha offerto continui richiami all’amore di Dio per l’umanità, facendoci apprezzare ancora una volta i tesori di un patrimonio naturale creato per arricchire l’uomo di emozioni e sentimenti che conducono alle superiori realtà celesti. Ringraziamo e lodiamo il Creatore per il nuovo dono ricevuto.
Capo d’Orlando, 09/10/2012
Dario Sirna.