ALCARA LI FUSI – ROCCA CALANNA – PARETI 3

VIAGGIO INTORNO ALLA PARETE SUD OVEST DELLA ROCCA CALANNA

Oggi visiteremo le pareti rocciose del versante sud-ovest della Rocca Calanna, all’interno del gruppo delle Rocche del Castro, nel territorio di Alcara Li Fusi, zona protetta del Parco dei Nebrodi. Nell’escursione precedente abbiamo visitato il canalone sud della stessa Rocca, risalendolo fino alla sommità dello strapiombo.

Partiamo sempre dalla frazione Cammara, da dove risaliamo la grande e ripida pietraia che dalla base degli strapiombi arriva fino alla sottostante strada. L’impresa non è facile e richiede tante energie, ma raggiunta la quota più alta tutto il successivo percorso si svolge in discesa e presenta solo l’inconveniente delle difficoltà dovute alla eccessiva pendenza del versante e alle insidie di un fondo molto instabile. Dopo circa novanta minuti di cammino in salita raggiungiamo la base dello strapiombo e iniziamo costeggiarlo spostandoci in direzione ovest. Sulla Rocca Calanna più volte abbiamo espresso il nostro grande entusiasmo per la sua spettacolarità e per la sua straordinaria bellezza, ma per comprendere fino in fondo quanto queste pareti sono alte, imponenti e affascinanti occorre portarsi ai loro piedi, toccarle con le mani, ammirarle da vicino per scoprire tantissimi particolari e tante sfaccettature altrimenti inafferrabili. La visione della Rocca dalla strada asfaltata che le passa a fianco è una visione di insieme che offre un suggestivo panorama di essa, ma non permette di apprezzarne la bellezza dei particolari e delle strutture. Le rocce, infatti, viste da lontano a causa dell’omogeneità dei colori e della quasi totale assenza dei contrasti hanno l’antipatico effetto di appiattire le varie prospettive e di nascondere la composizione architettonica e strutturale degli  elementi che compongono l’insieme. La Rocca Calanna, nonostante sia un unico blocco roccioso di grande imponenza, presenta tante sfaccettature e angolature di notevole interesse che, però,  possono essere apprezzate solo avvicinandosi alle pareti degli strapiombi per osservarli dai diversi punti di vista. Questo strategia è fondamentale per mettere in rilievo tutti i particolari e le ricchezze naturalistiche che a prima vista sfuggono, restando, seppur sotto gli occhi, inafferrabili, quasi invisibili. Già nel tratto percorso in salita ad ogni passo compiuto in direzione dello strapiombo la sua forma muta acquisendo aspetti sempre diversi e, comunque, tutti di notevole interesse. Nel contempo elementi rocciosi che da lontano risultano impercettibili, avvicinandoci acquistano una fisionomia sempre più definita e accattivante. Avvicinarsi alla Rocca Calanna per percorrerla lungo il perimetro di base dello strapiombo equivale a osservare un oggetto con una lente di ingrandimento. In assenza della lente, molti dettagli sfuggono, anche se con la loro presenza contribuiscono in maniera determinante alla formazione del quadro di insieme, con l’uso della lente, invece, essi emergono tutti, acquisendo importanza e conferendo pregio e ricchezza all’intera struttura. Questa notevole mutevolezza delle forme e delle prospettive è interessantissima. E’ grazie a questo effetto che  le rocche  visitate durante l’escursione  hanno mantenuto in noi l’entusiasmo sempre alto ed eccitante. Qui non c’è il rischio di annoiarsi o  di tornare a casa insoddisfatti. Questa montagna è molto generosa con chi la visita, la rispetta e le dedica tempo e pazienza. Se l’incontro con essa è travolgente,  molto di più lo è l’approfondimento della sua conoscenza. Gli istanti trascorsi sulla Rocca Calanna diventano istanti importanti nella vita di ogni visitatore, essi rimangono indelebili nella memoria grazie alle grandi e svariate emozioni che la Rocca generosamente dona ad ognuno. Le pareti a strapiombo sono altissime e hanno una doppia colorazione. Alla base esse sono grigie, mentre in cima sono rosa. Il passaggio da un colore ad un altro avviene lentamente, senza nette demarcazioni, ma con leggere e delicate sfumature che rendono quasi invisibile la variazione cromatica. Qui il gioco dei colori è fondamentale e costituisce uno degli elementi più importanti della struttura. Gli strapiombi sono, infatti, tra i più colorati delle Rocche del Castro. Molte altre pareti nel complesso roccioso in questione mostrano colorazioni simili, ma solo queste le mantengono intense e interessanti in porzioni così estese e alte di superficie. Gli strapiombi mostrano tutta la bellezza della roccia nuda e pura. La vegetazione spontanea è limitata alle zone della falda di base e a qualche piccolo strapiombo laterale, per il resto le pareti sono del tutto spoglie, rivestite solo della grande magia delle loro affascinati colorazioni. Tuttavia non mancano strepitosi effetti creati dalla combinazione delle rocce con la flora spontanea. Molto spesso è possibile ammirare su pareti rocciose verticali o a pendenza negativa la presenza di bellissimi esemplari di leccio o di piccoli e arrotondati cuscini di euforbia. Nonostante il loro aspetto compatto e duro queste pareti riescono ugualmente a dare ospitalità a tutte quelle specie vegetali che su di esse hanno stabilito di edificarsi una postazione panoramica e vertiginosa. Tali esemplari della flora locale vivono in una perenne condizione di equilibrio precario, sospese tra il cielo e la terra, e in bilico tra la vita e la morte. L’aria  e la roccia devono fornire loro tutte le sostanze e i liquidi necessari al loro sviluppo e al loro mantenimento. Eppure, nonostante, la precarietà della loro condizione esse prosperano rigogliosamente, come se nulla mancasse loro. Chi le ha piantate in questi posti, per noi assurdi e impensabili, ha stabilito anche come provvedere al loro sostentamento, alla loro crescita e al loro mantenimento. La loro naturale bellezza è inoltre esaltata dalla loro posizione privilegiata  e dalla bellezza del duro  contesto roccioso che si contrappone alla delicatezza e tenerezza dei loro germogli. La scenografia naturale durante l’escursione è dominata interamente dalla straordinaria bellezza e varietà delle pareti. Gli strapiombi, visti da vicino, si articolano secondo uno schema non propriamente lineare, ma abbastanza movimentato e armonioso. Di fronte alle loro imponenti masse noi scompariamo, divenendo piccoli come formiche accanto ad un elefante, ma allo stesso tempo ci sentiamo al sicuro protetti dalla Rocca come da una fortezza inespugnabile.   Questa condizione ci invita a riflettere e a meditare sul senso della nostra vita e sull’importanza della nostra fede. Nel nostro rapporto con  Dio a volte assumiamo il ruolo sbagliato, innalzandoci al suo cospetto come montagne invalicabili e come vette inaccessibili. La Sacra Scrittura ci insegna, invece, che Dio è la vera rupe, una rupe che si lascia scalare da noi e che al contempo, grazie alle sue irte pareti,  ci salva dagli assalti del male e dal pericolo del nemico, custodendoci nella sicurezza della sua cima,  dove il sole non cessa mai di brillare e la Luce diventa l’eterno alimento dell’anima.

Alla fine dell’escursione, come sempre, il nostro grazie sale  a Dio per il dono di questa  bellissima  escursione.

Capo d’Orlando, 31/10/2012

Dario Sirna.

 

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