ALCARA LI FUSI – ROCCA CALANNA – GUGLIE

ALCARA LI FUSI – CAMMINANDO TRA LE GUGLIE DELLA ROCCA CALANNA

Siamo sulla sommità della Rocca Calanna, nel territorio di Alcara Li Fusi, gruppo montuoso delle Rocche del Crasto. Oggi documenteremo la bellezza del falsopiano che si estende sulla cima di questo importante costone roccioso. Il percorso effettuato per raggiungere il posto è lo stesso di quello già indicato nel reportage intitolato “Dalla Rocca Calanna alla Rocca del Crasto”, a cui vi rimandiamo per tutti i dettagli sul cammino che conduce all’escursione di oggi.

Abbiamo voluto spezzare di proposito l’escursione in quattro parti allo scopo di dare opportuno spazio e adeguata attenzione a report escursionistici  differenti e tutti di grande interesse. L’escursione in effetti è unica e può essere realizzata benissimo in un solo giorno, con la possibilità nel corso della stessa di visitare i torrioni rocciosi che costituiscono la porta di ingresso alla Rocca Calanna, le vicine e bellissime grotte che ricadono sul versante sud della Rocca del Crasto, le guglie della Rocca Calanna e il sentiero paesaggistico che dalla Rocca Calanna porta alla Rocca del Crasto.  Tutte queste escursioni sono realizzabili lungo quest’ultimo cammino, con opportune piccole deviazioni di percorso.  L’escursione è perciò ricca di spunti naturalistici e fotografici di elevato interesse. Noi abbiamo deciso di non cumulare le quattro escursioni in un unico report allo scopo di non appesantire e confondere il lettore. La sommità della Rocca Calanna, contrariamente alla ripidezza delle sue vertiginose pareti laterali, e quasi a dispetto delle stesse, ha una giacitura inaspettatamente livellata, con leggere pendenze che dal centro della Rocca degradano verso l’esterno, fino a raggiungere il suo bordo perimetrale, che poi precipita nei bellissimi sottostanti strapiombi. Tale sommità è un vero e proprio altopiano che staccandosi dalla Rocca del Crasto, alla quota di circa mille metri di altezza, si proietta ad ovest della stessa, mantenendosi pressoché in livello per un’ampia superficie, per poi precipitare improvvisamente nella sottostante valle del Fiume Inganno.   La sommità della Rocca Calanna, oltre a presentare note paesaggistiche di eccezionale interesse, dovute alla vantaggiosa esposizione offerta da una quota altimetrica che garantisce una visuale aerea libera e spaziosa  su tutto il territorio circostante, si presenta particolarmente interessante per la sua curiosa conformazione a guglie grigie. Le guglie sono tipiche di tutte le Rocche del Crasto, esse sono presenti sulle sommità di ogni singola rocca, ma qui assumono un’importanza rilevante, divenendo protagoniste assolute dello spazio. In piccolo ogni singola guglia riproduce una Rocca in miniatura e ripropone la stessa conformazione delle Rocche più grandi. E’ come se il fenomeno che ha originato le nascita del massiccio delle Rocche del Crasto, conferendogli la sua attuale conformazione e struttura, abbia, allo stesso modo,  dato origine in miniatura a queste meravigliose guglie. Le “guglie” sono degli spuntoni di roccia appuntiti, alti anche due, tre metri, molto slanciati in altezza, con punte terminali a volte anche parecchio appuntite e taglienti a causa di una forte erosione meteorica. Spesso si presentano con forme originali e stravaganti che possono ricordare le sagome di animali o di persone. In genere sono bucate sulla loro parte superiore a causa del ristagno di acqua e di gelo. Le loro superfici sono abbastanza levigate e generalmente nude, solo in rare occasioni ospitano bellissime colonie di muschi. In mezzo ad esse generalmente crescono affascinanti esemplari di tondeggianti euforbie. La combinazione delle euforbie con le guglie genera un vero e proprio giardino roccioso, dove alla rotondità e delicatezza delle bellissime chiome delle euforbie si contrappone la rusticità e la durezza delle rocce. Il forte contrasto di colori e forme esistente tra le piante e le rocce contribuisce  ad esaltare vicendevolmente la bellezza di entrambe. Nel caso in questione a questa grande bellezza naturale si aggiunge la bellezza delle guglie che si innalzano dalla superficie del terreno come delle vere e proprie statue. Le guglie sembrano sculture scolpite finemente e laboriosamente dalle espertissime mani di una geniale mente artica. Le loro forme  sono davvero strane, bizzarre ed elaborate. Seguono disegni e linee che potrebbero sembrare casuali e senza significato, mentre in realtà sono frutto di una fantasia straordinaria. Esse, come ogni essere vivente, sono differenti l’una dall’altra. Pur somigliandosi tra di loro,  in quanto appartengono tutte alla stessa famiglie e di essa mostrano i caratteri generali, nel particolare sono tutte originali, pezzi unici  irriproducibili. L’uomo nel dedicarsi all’arte della scultura, quasi sempre si ispira a modelli naturali, cercando di riprodurre forme o effetti spontanei che hanno la capacità di trasmettere importanti messaggi, queste rocce, invece non imitano nessuno, se non se stesse. Esse sono forgiate dall’amore  di chi ha nel cuore il continuo desiderio della creazione, dell’armonia  e della perfezione. Anche la combinazione delle loro reciproche posizioni e delle loro composizioni non è casuale, ma straordinariamente studiata per affascinare e per riportare l’anima nella dimensione di una creazione che non è scontata, ma frutto di prodigiose mani. E’ la mano di Dio che trasforma ogni dettaglio in un capolavoro donato all’uomo per arricchire la sua vita di continui spunti di meditazione e di contemplazione. L’incontro con la natura è incontro con Dio, che attraverso l’opera della creazione ci offre la possibilità di scandagliare le meravigliose profondità dell’amore divino per renderci partecipi e protagonisti della sua vita. Restare indifferenti alla bellezza dei prodigi operati da Dio nella nostra vita attraverso una natura così straordinariamente eloquente e comunicativa è la prova di una durezza di cuore che supera grandemente la durezza di queste rocce. Mentre, infatti, queste rocce si lasciano modellare perfettamente dal loro scultore, comunicandoci così la Sua eccezionale bellezza, i nostri cuori, a volte, diventano talmente duri di fronte alla tenerezza di Dio da essere incapaci di recepirla, viverla e trasmetterla agli altri. Le guglie emergono dalla sommità della Rocca Calanna, dando diverse impressioni. Talvolta questi spuntoni si fanno talmente fitti da somigliare alla spinosa corazza di un istrice. Talvolta, invece, emergono verso l’alto dando la superba intenzione di voler dominare su tutto e di tentare  di innalzare ulteriormente la cresta della Rocca. Altre volte, infine, emergono dal sottosuolo come artigli graffianti che tengono stretta in un pugno tutta  la  forza e la tensione con cui la Rocca svetta nel cielo. Muoversi in mezzo a queste guglie rende l’escursione molto interessante e animata. Il paesaggio, che si apre in tutte le direzioni con infinite ed estese vedute allargate dal Tirreno alle Madonie e dalla costa ai Nebrodi, spesso rimane ritagliato e incorniciato tra le vette delle guglie. Esse, infatti, con le loro forme ardite riescono a combinarsi tra di loro in modo da spezzettare l’angolo giro in una serie infinita di piccoli e deliziosi scorci incastrati tra le grigie rocce come tessere di un minuzioso puzzle. A questi particolari effetti che aprono sulla sottostante valle del Fiume Inganno e sul grande e verde versante est di Monte Soro, una lunga sequenza di piccole finestrelle panoramicissime, si aggiunge l’esultante gioia di un tuffo nell’immenso blu di un bellissimo cielo di alta montagna. Qui sembra che queste due ultime realtà (il cielo e la montagna) si avvicinino l’una all’altra fino a baciarsi e ad abbracciarsi teneramente. Anche noi ci lasciamo coinvolgere dall’irresistibile tentazione della contemplazione, ultimando così la nostra bella esperienza con la lode e il ringraziamento a Dio creatore.

Capo d’Orlando 17/10/2012

Dario Sirna

 

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