ROCCHE DEL CRASTO – CANYON STIDDA
Siamo di nuovo nel complesso montuoso delle Rocche del Crasto, ove la ricchezze naturali sembrano non avere limite. Estraendole dallo scrigno roccioso che le custodisce gelosamente si rivelano sempre più interessanti e sempre più numerose, tanto che nella programmazione dei reportage di questo mese e del prossimo abbiamo pensato di soffermarci su questa zona con vari altri articoli. |
Oggi mostreremo la documentazione sul Canyon Stidda (Stella). Il reportage è stato effettuato all’inizio dell’autunno quando ancora la siccità estiva faceva sentire molto forte i sui effetti sui corsi d’acqua, riducendone drasticamente la portata. Il canyon Stidda è molto difficile da visitare, l’escursione è sconsigliata a tutti e raccomandata solo a esperti di torrentismo, per questo motivo non sapendo se riusciremo a ripetere tale cammino con una portata piena abbiamo approfittato del periodo di siccità per procurarci una documentazione di base. Ci proponiamo di ripetere l’esperienza alla fine di questo inverno nel tentativo di impossessarci di immagini che documentino il canyon nella sua veste più spettacolare e bella. Viste le notevoli difficoltà di cammino e l’elevato grado di pericolo da affrontare precisiamo che anche durante la secca del torrente l’escursione è sconsigliata a causa di alcuni passaggi molto impegnativi e non proponibili a persone senza esperienza nel campo. Il canyon Stidda è una strettissima gola ad andamento pressoché orizzontale. Si trova nel territorio del Comune di Alcara Li Fusi, nei pressi della frazione omonima. Una via asfaltata serve la zona in questione mettendola in collegamento con il centro del paese in circa 5 minuti. Percorrendo la circonvallazione lato monte, all’uscita del paese, direzione Portella Gazzana, esiste un bivio che dà accesso alla contrada Stidda. Il canyon è invisibile dal basso e per tale motivo può essere individuato e raggiunto solo con l’aiuto di una guida. Ci sono due possibili accessi. Il primo si trova immediatamente a monte della cascata Stidda, per raggiungere la quale occorre fermarsi in corrispondenza del ponte e risalire il vallone Stidda a piedi. In questo caso vi consigliamo la risalita sulla pendice sud del vallone in modo da sfruttare in parte il sentiero “Bacco”. La deviazione che porta alla cascata si trova circa a metà altezza, la si riconosce perché mentre il sentiero Bacco si dirige all’esterno del vallone essa, virando drasticamente a sinistra, prosegue nella direzione interna al vallone, passando sotto le rocche che si ergono sul fronte destro di quest’ultimo. Superata la cascata, dopo circa venti metri, sul costone roccioso esiste un passaggio che consente di arrivare sulla rocca che domina il canyon, da lì è possibile calarsi nel canyon e risalirlo dal letto del torrente. L’altra via di accesso è sulla parte opposta. In questo caso con un fuori strada è possibile raggiungere l’ingresso del canyon con pochissimo cammino. Lo sterrato in questione è la pista che conduce sulle Roche del Crasto, pista su cui ci si immette proseguendo oltre il ponte sul Torrente Stidda. Questo secondo accesso è quello più difficile. Dopo il primo tratto in piano il canyon si stringe rapidamente attorcigliandosi su se stesso e chiudendosi in corridoi curvi, ampi pochi metri. Il torrente passando in questi punti scava piscine e vasche chiuse da pareti rocciose strettissime, alte e nude. L’ambiente che ne deriva è davvero affascinante e, come capita ogni volta che le bellezze sono eccessive, la documentazione fotografica si rende incapace di riprodurre il loro fascino e di trasmettere le emozioni che esse suscitano di presenza. In questa zona il canyon si mantiene ancora pressoché piano, poi improvvisamente sprofonda con canali rocciosi ripidissimi, lunghi e molto pericolosi. L’attraversamento di questa parte del torrente è fattibile solo calandosi in esso con le corde opportunamente ancorate alle catene fissate dagli speleologi. I salti compiuti dal torrente dovrebbero essere tre, ma non avendolo potuto attraversare dall’interno in merito non possiamo essere più precisi. E’ possibile proseguire il cammino nel canyon bypassando la zona dei salti, ma questa alternativa, da noi sperimentata, è molto pericolosa e sconsigliata vivamente. Il passaggio si trova sulla destra, occorre arrampicarsi su un costone e risalire il pendio destro del canyon. A occhio ci si rende conto del punto in cui è possibile rientrare nel torrente e, conseguentemente, scegliersi un percorso confacente alle proprie possibilità, percorso che ribadiamo è comunque sempre molto rischioso. Arrivati nel letto del torrente il cammino prosegue senza grandi difficoltà fino al salto della cascata. Per uscire dal canyon bisogna cercare un passaggio sul suo versante destro, prima della cascata. L’escursione non è lunga in quanto la lunghezza del canyon è inferiore a 500 metri. Le parti più affascinati si trovano all’ingresso lato monte e all’uscita lato valle, ove il letto del fiume si trasforma in uno strettissimo e profondo canale di roccia levigata. Questi punti sono i più suggestivi in quanto staccandosi completamente dal contesto esterno immergono l’escursionista in un mondo inaspettato e imprevedibile. L’impressione è che superata la porta di accesso al canyon si entri nelle stanze dei tesori delle Rocche del Crasto per ammirare una bellezza gelosamente custodita, mostrata a pochi eletti e protetta da uno schieramento difensivo inattaccabile. Lo spirito giusto per affrontare il cammino in questione è quello contemplativo. Qui le meraviglie del creato sembrano infatti concedersi solo dopo un corteggiamento che dia prova certa di un interesse personale molto vivo e che sia capace di sottostare alle regole della seduzione. La pazienza, la calma, la preghiera, la docilità, la perseveranza e la buona educazione mettono alla prova la bontà del cuore, lo raffinano e lo avvicinano alla relazione con il Creatore, insegnandogli a fidarsi di Lui e a metterLo al centro della nostra esistenza.
Capo d’Orlando, 10/02/2014
Dario Sirna.