ALCARA LI FUSI – CASCATE STIDDA – SECONDO TRATTO

CASCATE STIDDA – I DODICI SALTI DEL SECONDO TRATTO

Cascvata Stidda-0003Nell’ultima pubblicazione relativa alle cascate Stidda di Alcara Li fusi ci siamo occupati dei quattro salti terminali di questo canyon verticale delle Rocche del Crasto. I salti documentati precedentemente si trovano tra il centro abitato di Alcara Li Fusi e il ponte di contrada Stidda.

La documentazione relativa al reportage di oggi si riferisce, invece, a quella lunga sequenza di cascate e di piccoli salti che si trovano tra la cascata Stidda e il suddetto ponte. In questo tratto del torrente Stidda si possono contare circa dodici salti, alcuni dei quali di discreta altezza e di grande fascino.
L’escursione ha inizio proprio all’altezza del ponte che si trova dopo aver superato il borgo Stidda. Lasciata la macchina sulla carrabile il cammino prosegue direttamente nel torrente e si svolge sempre al suo interno. L’escursione richiede l’uso degli stivali alti anche se la dimensione della portata del torrente non è tale da obbligarne l’uso, tuttavia volendo raggiungere da vicino i salti è necessario attraversare le profonde piscine che si trovano alla loro base.
Il cammino è pericoloso e richiede una discreta preparazione atletica, sicuramente non è da affrontare senza avere prima acquisito una certa esperienza di torrentismo, né è consigliabile avventurarsi da soli. Rispetto al tratto sottostante le difficoltà di avanzamento sono di gran lunga inferiori e i pericoli connessi sono meno rischiosi. Il tempo necessario per effettuare l’intero tragitto è di quattro ore, computando in tale conteggio anche lo spazio da dedicare ai numerosissimi scatti fotografici che il percorso offre.
Il contesto paesaggistico è quello delle Rocche del Crasto e della vallata del Rosmarino, al cui interno ricadono anche le alture di Monte Soro e di Sera del Re. Tale paesaggio ha una funzione di approccio iniziale in quanto poi all’interno del vallone Stidda l’attenzione è completamente catturata dalla sequenza delle cascate. Da questo punto di vista il torrente pur essendo poco più che un ruscello e pur restando in secca nei periodi caldi dell’anno ha una conformazione molto interessante e accattivante in quanto sfrutta per le sue evoluzioni a valle gli strapiombi rocciosi che caratterizzano questo versante delle Rocche del Crasto, ciò spiega il gran numero di salti in uno spazio così ridotto. Per il cammino di ritorno può essere sfruttato, in alternativa al greto del torrente, il sentiero che si sviluppa sul versante nord del vallone, a ridosso degli strapiombi rocciosi che ne chiudono  l’accesso.
Dal punto di vista naturalistico il torrente, con la sua lunga sequenza di salti e di piscine, costituisce  il cuore pulsante di tutto il vallone in quanto alla incantevole bellezza delle rocce che incorniciano la scena di questo spettacolare sito dei Nebrodi esso aggiunge il fascino irresistibile dell’acqua e dello spettacolo che essa genera quando si infrange sulle rocce in caduta libera. Gli elementi predominanti del vallone sono le falesie rocciose con i loro colori forti e contrastati, il fragore delle cascate, lo spettacolo dei salti, e l’azzurro intenso del telo celeste. La volta del cielo, infatti, con la sua forte e colorata luminosità chiude la scena sottostante all’interno di uno scrigno  ricco di tesori naturali molto appariscenti e irresistibilmente attraenti. L’impatto iniziale è catalizzato totalmente dall’affascinante  contrasto  tra il blu cobalto del cielo e il rosa salmone delle falesie, oltre che dalla particolare morfologia delle montagne e del vallone stesso. Le numerose cascate formate dal torrente avanzano in mezzo a cumuli di massi e di macigni staccatisi nel corso del tempo dalle pareti laterali della gola. L’acqua, dovendo obbedire al principio del percorso più breve, è così costretta a carambolare continuamente da una roccia all’altra. Questo gioco di geometrie scaturenti dall’obbedienza alle leggi fisiche disegna paesaggi di grande fascino e di perfetta armonia in cui l’anima dell’uomo si sente rapita dalla bellezza del creato per essere sollevata verso le altezze celesti. Anche in questo caso, infatti, l’elevata bellezza del posto meraviglia l’animo dell’uomo al punto da indurlo spontaneamente a cercare un contatto con il divino che tutto ha donato al mondo con generosa gratuità. La sorpresa che si esperimenta consiste nello scoprire che l’amore di Dio è una sorgente sempre disponibile e mai esauribile alla quale per la nostra gioia siamo chiamati a dissetarci continuamente e in ogni circostanza della vita.

Capo d’Orlando, 11/05/2014

Dario Sirna.

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