ACCOGLI, SIGNORE, LA CAUSA DEL GIUSTO

SALMO 16

Buongiorno a tutti,

il cammino di oggi si svolge nella direzione indicata dal Salmo 16, di seguito riportato:

Accogli, Signore, la causa del giusto, *

sii attento al mio grido.

Porgi l’orecchio alla mia preghiera: *

sulle mie labbra non c’è inganno.

Venga da te la mia sentenza, *

i tuoi occhi vedano la giustizia.

Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte, *

provami al fuoco, non troverai malizia.

La mia bocca non si è resa colpevole, *

secondo l’agire degli uomini;

seguendo la parola delle tue labbra, *

ho evitato i sentieri del violento.

Sulle tue vie tieni saldi i miei passi *

e i miei piedi non vacilleranno.

Io t’invoco, mio Dio: *

dammi risposta;

porgi l’orecchio, *

ascolta la mia voce,

mostrami i prodigi del tuo amore: *

tu che salvi dai nemici

chi si affida alla tua destra.

Custodiscimi come pupilla degli occhi, *

proteggimi all’ombra delle tue ali,

di fronte agli empi che mi opprimono, *

ai nemici che mi accerchiano.

Essi hanno chiuso il loro cuore, *

le loro bocche parlano con arroganza.

Eccoli, avanzano, mi circondano, *

puntano gli occhi per abbattermi;

simili a un leone che brama la preda, *

a un leoncello che si apposta in agguato.

Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo; *

con la tua spada scampami dagli empi,

con la tua mano, Signore, dal regno dei morti *

che non hanno più parte in questa vita.

Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre †

se ne sazino anche i figli *

ne avanzi per i loro bambini.

Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto, *

al risveglio mi sazierò della tua presenza.

Il Salmista vive uno dei momenti più difficili della sua vita dovuto alla minaccia di morte scagliata contro di lui dai suoi nemici. Egli, cosciente del grave pericolo che corre, si rivolge a Dio con una supplica intensa e piena di fiducia. Nella prima parte del Salmo l’Orante chiede udienza a Dio per esporre la sua causa e ottenere giustizia e salvezza. Come un avvocato che deve difendersi dalle accuse che potrebbero condannarlo alla morte, egli fa appello al tribunale divino per ottenere una sentenza giusta. Si presenta, dunque a Dio con una vera e propria professione di innocenza, in cui emerge la sua grande fede. Le parole del Salmista potrebbero essere scambiate per un auto elogio, ossia per un tentativo di auto esaltazione di fronte a Dio, ma la grave situazione generale in cui versa l’Orante non è certo il contesto adatto per fare sfoggio delle proprie doti. Il Salmista non è in cerca di gloria e di onori, ma di aiuto e di salvezza. E’ quasi costretto dalle difficili circostanze in cui versa a mettere in gioco la sua fede e a esprimere tutto il suo amore per Dio mettendo in evidenza la fedeltà con cui la sua scelta di accogliere la chiamata di Dio ha radicalmente cambiato la sua vita. Egli è certo di avere accolto nel suo cuore l’amore riversato da Dio su di esso e di averlo vissuto fino in fondo restando saldamente ancorato agli insegnamenti contenuti nella parola divina e obbedendo scrupolosamente ai precetti del Signore. Questa motivazione della sua dichiarazione di innocenza è la giusta chiave di lettura del Salmo. Grazie alla fedeltà alla parola di Dio il Salmista ha potuto rendere innocente la sua bocca e il suo operato. Ma egli sa bene di avere raggiunto questo grande risultato non per suo merito, ma esclusivamente per grazia di Dio. E’ Dio che mantiene saldi i suoi passi sulle Sue vie perché i suoi piedi non vacillino. Il legame esistente tra Dio e il Salmista è un legame profondo e intimo, un legame intenso che non si ferma alla rigida osservazione dei precetti della Legge ma che coinvolge direttamente il cuore del Salmista per sviluppare un vero e proprio rapporto di amore. E’ il Salmista stesso che volendo dare prova di questo amore chiede a Dio essere esaminato nel cuore per vedere se in esso esiste altro amore oltre quello per il Signore. Il suo cuore appartiene totalmente ed esclusivamente a Dio, in esso non c’è nulla che non parli di Dio. Questo suo amore è la sua arma di difesa, arma che viene sguainata proprio nel momento della forte tribolazione. Ecco perché egli chiede a Dio di essere scandagliato nelle profondità del suo amore, di essere saggiato e provato in esso. E’ dall’amore che egli spera salvezza ed è dall’amore che egli la ottiene. Bellissime le immagini di intimità con cui egli si appella a Dio per ottenerne protezione, aiuto e amore. Essere provati nel cuore, essere saggiati e scrutati nell’intimità dei sentimenti e della coscienza è un vero e proprio atto di offerta a Dio, una dichiarazione di amore. E in effetti la dichiarazione di innocenza diventa per il Salmista occasione propizia per esprimere e mettere a nudo la profondità e la sincerità del suo amore per Dio. Anche la tenerezza con cui si pone sotto la protezione delle palpebre di Dio e delle sue ali, quasi fosse la pupilla di un occhio o un pulcino di un’aquila, è una dichiarazione di amore che si trasforma in un vero e proprio appello. In questo cuore totalmente donato a Dio non c’è spazio per l’infedeltà, per la malizia, per la violenza, per l’arroganza e per l’ingiustizia. La paura che queste realtà, che riempiono il cuore dei suoi nemici, possano abbattersi su di Lui per condurlo alla morte è realtà confermata dall’empietà di chi gli sta vicino e lo opprime. I suoi nemici, infatti, hanno chiuso il cuore a Dio e sono perciò incapaci di ricevere e dare amore. Essi minacciano la morte e se ne fanno portatori per se stessi e per gli altri. Il Salmista vive con drammaticità la chiusura del cuore dei suoi nemici e sente il pericolo che a lui ne deriva da essa. Comunica le sue paure e le sue sensazioni a Dio supplicandolo di intervenire in suo aiuto per garantirgli la salvezza e la giustizia. Nel rivolgere tale supplica a Dio egli si fa suo alleato condividendone in pieno il progetto di salvezza e di amore. Egli rifiuta la morte cui vanno incontro i suoi nemici a causa della loro empietà e di fronte a questo pericolo si affida totalmente alla salvezza di Dio, certo di ottenere da essa il premio eterno della partecipazione alla vita divina, della contemplazione del volto del Signore e della pienezza saziante della Sua presenza. Il premio chiesto dal Salmista è il premio ottenuto da Cristo Gesù per avere incarnato totalmente le parole del Salmo nella sua vita. Premio che da Cristo viene partecipato ad ogni uomo per estendere a tutti coloro che alla sua misericordia fanno appello i benefici invocati dal Salmista.

Capo d’Orlando, 27/11/2012

Dario Sirna

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