SALMO 46
Buongiorno a tutti,
con le parole del Salmo 46, di seguito riportate, innalziamo all’Altissimo il nostro canto di ringraziamento e di lode per il dono di questo nuovo giorno:
Applaudite, popoli tutti, *
acclamate Dio con voci di gioia;
perché terribile è il Signore, l’Altissimo, *
re grande su tutta la terra.
Egli ci ha assoggettati i popoli, *
ha messo le nazioni sotto i nostri piedi.
La nostra eredità ha scelto per noi, *
vanto di Giacobbe suo prediletto.
Ascende Dio tra le acclamazioni, *
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni; *
cantate inni al nostro re, cantate inni;
perché Dio è re di tutta la terra, *
cantate inni con arte.
Dio regna sui popoli, *
Dio siede sul suo trono santo.
I capi dei popoli si sono raccolti *
con il popolo del Dio di Abramo,
perché di Dio sono i potenti della terra: *
egli è l’Altissimo.
Il Salmista contempla la gloria di Dio sulla Terra e in Cielo e invita con insistenza tutti gli uomini a innalzare canti che inneggiano alla sua regalità. La festa nasce nel suo cuore e da lì si esterna al mondo intero con un’incontenibile gioia che deriva dall’esperienza diretta dell’amore di Dio e della sua grande fedeltà. Egli trasmette così al mondo intero questa sua grande felicità col desiderio che essa giunta nel cuore di ogni uomo si moltiplichi all’infinito facendo applaudire e acclamare il Signore da parte di tutti i popoli della Terra con esaltante entusiasmo, con corale partecipazione, e con artistica espressione. Il motivo di tale incontenibile gioia sta nell’elezione del popolo di Dio, nell’amore di predilezione per Isdraele con cui Dio si manifesta al mondo intero. La terra promessa da Dio diventa un segno concreto del suo amore per Isdraele. Da questa terra Dio volge la sua attenzione a tutte le altre terre del mondo perché ogni popolo si unisca al popolo di Isdraele per far parte e costituire l’unico popolo eletto di Dio. La gloria contemplata dal Salmista anticipa la realizzazione di tutte le promesse di Dio e assume un gusto escatologico in cui il cielo e la terra sono uniti nella partecipazione alla liturgia dell’Altissimo. La salvezza dell’umanità ad opera di Dio passa attraverso Isdraele, a cui Dio consegna la sua parola e nella cui terra il verbo di Dio si incarna realizzando il progetto di redenzione dell’umanità. Dio, viene invocato con il termine di Signore, di re e di Altissimo. La Signoria di Dio sta ad indicare l’appartenenza a Dio di tutto il creato, la regalità di Dio sta ad indicare che la salvezza dell’umanità viene da Dio, il quale come un sovrano siede sul suo trono per garantire pace, giustizia e serenità al popolo, mentre l’Altezza di Dio indica la sua divinità, la sua purezza, la sua superiorità alla condizione e natura umana e il suo distacco dalle debolezze terrene. Dio viene, dunque, contemplato con stupore e ammirazione nella sua onnipotenza e trascendenza, al cui richiamo e fascino nessun popolo della terra riesce a resistere. Noi possiamo benissimo partecipare alla lode innalzata dal Salmista riconoscendo e contemplando in Gesù Cristo la realizzazione di tutta la gloria di Dio descritta nel Salmo.
Capo d’Orlando 14/08/2012
Dario Sirna