ABBI PIETA’ DI NOI, SIGNORE

SIRACIDE 36, 1-5. 10-13

Buongiorno a tutti,

proseguiamo il nostro cammino quotidiano avanzando nella direzione segnata dalle seguenti parole del Siracide:
Abbi pietà di noi,
Signore Dio dell’universo e guarda, *
infondi il tuo timore su tutte le nazioni.

Alza la tua mano sulle nazioni straniere, *
perché vedano la tua potenza.

Come ai loro occhi ti sei mostrato santo
in mezzo a noi, *
così ai nostri occhi mòstrati grande fra di loro.

Ti riconoscano, come noi abbiamo riconosciuto *
che non c’è un Dio fuori di te, Signore.
Rinnova i segni e compi altri prodigi, *
glorifica la tua mano e il tuo braccio destro.

Raduna tutte le tribù di Giacobbe, *
rendi loro il possesso come era al principio.
Abbi pietà, Signore,
del popolo chiamato con il tuo nome, *
di Israele che hai trattato come un primogenito.

Abbi pietà della tua città santa, *
di Gerusalemme tua dimora.
Riempi Sion del tuo splendore *
il tuo popolo della tua gloria.

Il popolo di Isdraele, dopo la brutta esperienza della sua dispersione in mezzo ai popoli stranieri che lo hanno deportato lontano dalla Terra Promessa, assegnatagli e consegnatagli dal Signore,  ritorna a Dio, supplicandolo di avere pietà del suo popolo. Isdraele, per potersi riconciliare e ottenere, per l’intervento della potenza divina, la riunificazione di tutte le tribù disperse e la riedificazione gloriosa della nazione santa,  riconosce la sua infedeltà, la sua ribellione e il suo peccato. Il popolo comprende di essere venuto meno, con la sua malvagia condotta e la sua prostituzione agli idoli stranieri,  all’alleanza stretta con il Signore e, ricredutosi, si pente del male commesso e capisce che l’unica via da seguire per la salvezza è quella conosciuta dell’unico e vero  Dio dell’universo, che già in passato ha operato in suo favore grandi prodigi e segni in mezzo alle nazioni straniere. Il ritorno del popolo all’alleanza  viene collettivamente annunciato con l’invocazione corale di una nuova manifestazione della potenza di Dio in mezzo alle nazioni straniere, a vantaggio del popolo credente e fedele. Vengono, così, richiesti a Dio nuovi prodigi e nuovi segni che manifestino la grandezza, la potenza e la gloria di Dio a tutti i popoli della Terra perché ogni uomo del mondo possa crescere nel timore di Dio, possa cioè conoscerne l’amore, la bontà , la pietà., la misericordia e salvezza di Dio. Il grido corale innalzato da Isdaele a Dio in questa supplica trova il suo effettivo accoglimento e la sua completa attuazione in Cristo Gesù. Egli è, infatti, il segno  più grande dato da Dio all’umanità intera perché creda e si converta. In Cristo che risorge dalla morte abbiamo la manifestazione più importante dei prodigi operati da Dio in favore dell’uomo. In Cristo risorto e asceso al Cielo abbiamo la manifestazione esemplare e incontestabile dell’immenso amore che Dio nutre per l’intera umanità. Cristo è l’unica via di salvezza per il genere umano, la vittoria in Lui dell’amore sul male e sulla morte, diventa la nostra vittoria contro i nemici che attentano alla nostra vita. Cristo è la risposta di Dio alla richiesta di liberazione dalla prigionia del peccato e al contempo è la manifestazione universale della gloria del Signore. Occorre, dunque, riconoscere in Cristo il nostro unico Salvatore, occorre accogliere Cristo nella nostra vita ammettendo che al di fuori di Lui non c’è salvezza alcuna per nessuno. Cristo, con il suo immenso amore, è Colui intorno al quale Dio raduna tutte le tribù del Mondo, concedendo loro il possesso e lo splendore del Paradiso.

Capo d’Orlando, 06/09/2012

Dario Sirna

 

 

 

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