SALMO 115
Buongiorno a tutti,
i passi del cammino di questo nuovo giorno seguono la direzione impartita dal Salmo 115, di seguito riportato:
Ho creduto anche quando dicevo: *
«Sono troppo infelice».
Ho detto con sgomento: *
«Ogni uomo è inganno».
Che cosa renderò al Signore *
per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza *
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore, *
davanti a tutto il suo popolo.
Preziosa agli occhi del Signore *
è la morte dei suoi fedeli.
Sì, io sono il tuo servo, Signore, †
io sono tuo servo, figlio della tua ancella; *
hai spezzato le mie catene.
A te offrirò sacrifici di lode *
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore *
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore, *
in mezzo a te, Gerusalemme.
Il concetto che la felicità dell’uomo dipende da Dio è un concetto inesatto. Dio in merito ha già fatto questa scelta, anzi a dire il vero non ha mai preso in considerazione la possibilità opposta. Dio ha creato, guida, segue, custodisce, mantiene e ama l’uomo con l’unico scopo di renderlo veramente felice. La scelta della nostra felicità dipende invece totalmente da noi. Siamo noi che decidiamo di accogliere o no Dio nella nostra vita, rendendolo partecipe o escluso dalle nostre azioni. Il salmista nei primi versi ci consegna questa riflessione. Egli è stato duramente provato da varie situazioni che lo hanno sgomentato e angosciato facendogli conoscere nel contempo l’inganno, la falsità e il limite del genere umano. Tuttavia, pur essendo stato duramente provato dalle tribolazioni della vita e della società, egli si è mantenuto fedele a Dio, continuando a credere in Lui e attribuendo la causa del suoi mali a se stesso e al mondo esterno. Ora, gode dei frutti meravigliosi della sua fedeltà e festeggia per il bene e l’amore con cui Dio lo ha trattato invocando il nome del Signore per “brindare” con Lui per la vita ricevuta e per offrirgli il “sacrificio di ringraziamento” davanti a tutti, nel suo tempio. Egli comprende che se la sua vita sussiste e la morte non ha avuto il sopravvento su di Lui il merito è tutto di Dio. In questa situazione gli è allora chiaro che la vita che ora vive è un nuovo dono di Dio, tanto che egli stesso non considerandola più sua, la offre con tutto se stesso a Dio, dichiarandosi suo servo. Questo è il vero sacrificio di lode gradito da Dio, questa è la vera offerta di ringraziamento che egli innalza a Dio e che Dio accoglie in tutto per continuare a garantirgli la vita, la salvezza, la felicità e il bene. Ovviamente in Cristo questo Salmo trova la sua espressione più alta, suonando quasi come una profezia che annuncia al mondo intero la passione del nostro Redentore, quella passione che Egli porta su di sé per sollevarla dalle spalle dell’uomo, affrontarla e vincerla in se stesso, con il totale abbandono a Dio e la completa obbedienza alla sua volontà. E’ Cristo il protagonista eccellente del Salmo, Colui cioè che dà, con la sua vita e il suo esempio, pieno adempimento alle parole del Salmista, guadagnando a noi tutti la salvezza eterna e consentendo, a chi la accoglie, di abitare negli “atri della casa del Signore”, ossia nella Gerusalemme celeste. E’ il calice del suo sangue che ogni giorno viene innalzato sull’altare del sacrificio di Cristo per invocare il nome del Signore e implorare misericordia e salvezza per ognuno di noi. Cristo stesso, attraverso la persona del Sacerdote, innalza al Cielo il calice contenetene l’offerta del suo sangue, ottenendoci la vita eterna.
Capo d’Orlando, 30/09/2012
Dario Sirna