“A CHI HA, SARA’ DATO”

LUCA  8, 16-18

Buongiorno a tutti,

il percorso di questa nuova settimana inizia  con il cammino proposto dai seguenti versi del Vangelo di Luca:

“ 16Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 17Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. 18Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».”

Questo bellissimo brano del Vangelo oggi ci consegna nuove indicazioni che ci permettono di accrescere il nostro amore per Dio. Nel firmamento dell’umanità, e più esattamente nel cielo della vita di ogni singolo uomo del mondo,  Dio ha acceso una Stella la cui potente luce è tutta per noi. Questa luce brilla non per essere nascosta, ma per essere sollevata sul grande candelabro del nostro cuore perché chiunque entri in esso, Dio compreso, possa vedere tale Luce, possa trovare accoglienza, possa sentirsi amato, possa vivere il grande bene della comunione con Dio e con i fratelli. Questa Luce è Cristo. Dono fattoci dal Padre per guidarci verso di Sé. Con Cristo la nostra mente, il nostro cuore, la nostra anima, il nostro spirito e tutta la nostra vita hanno ricevuto e continuano a ricevere da Dio la rivelazione di ogni verità, prima fra tutte la verità di essere stati pensati, voluti, creati, amati e salvati dal Signore gratuitamente, per generosità, per amore e a costo zero per noi.  Cristo è la luce della nostra vita, Egli è la sorgente luminosa che si dona a noi con pienezza per consentirci di entrare nel grande regno della Verità. Regno in cui la bugia, il maligno, la menzogna, la falsità, le tenebre, la morte e ogni realtà fuorviante non hanno spazio. Questa sorgente alimenta la nostra vita, essa ci garantisce la salvezza, essa ci conduce nel Regno dei Cieli e ci assicura la comunione con Dio. Si tratta di un dono di inestimabile valore, un dono ormai rivelato, un dono ora concessoci, un dono che non dobbiamo più attendere ma che abbiamo già ricevuto e che pertanto dobbiamo solo accogliere ed utilizzare. Per questo dono non abbiamo pagato e non dobbiamo pagare nulla, esso deve solo essere apprezzato, amato, seguito, riconosciuto e confermato in ogni istante della nostra vita. Questa condizione è importante e indispensabile, perché se Dio, ci ha manifestato tutto quanto lo riguarda e ci riguarda per mezzo del Figlio e non ha più segreti per noi, nostro compito è ora non farci scappare tale tesoro, ma essere attenti, vigilanti, con l’orecchio sempre impegnato nell’ascolto per penetrare sempre più in profondità nelle realtà a noi rivelateci. Dunque occorre ascoltare la Parola, occorre seguire Cristo, occorre lasciarsi illuminare dalla sua luce, occorre diventare riflesso del suo bagliore. La luce che è in noi, luce della fede, luce della presenza viva di Dio nella nostra vita, deve diventare anche essa, come Cristo, lampada da porre su un candelabro perché diffonda nel mondo intero i raggi ricevuti direttamente dal Maestro. Ascoltare è la parola chiave di questo brano del Vangelo, ascoltare non per dimenticare o solo per sapere, ma ascoltare per essere quello che la Parola ci rivela. La Parola di Dio è uno scalpello, manovrato da Cristo stesso, che entrando nel nostro cuore lo modella e lo foggia secondo la forma e i contenuti dell’amore. Se  l’ascolto è solo un passaggio, un passaggio senza sosta, un passaggio senza interazione, un passaggio senza coinvolgimento, esso in noi trasforma Cristo in una lampada nascosta sotto un letto, in una lampada spenta. L’ascolto deve invece essere continuo, assiduo, costante, partecipato, condiviso, fino a trasformarsi in amore vissuto. Questo tipo di ascolto, che pone le sue radici nella fiducia piena data al Signore e nell’abbandono totale alla sua persona, produce frutti, produce crescita, produce nuovo ascolto da cui nasce nuova vita, nuovo amore e nuova crescita. Così chi ha riceverà ancora di più, mentre chi non ha perderà anche quel poco che ha.

Capo d’Orlando, 23/09/2013

Dario Sirna.

 

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