LUCA 1, 57-66
Buongiorno a tutti,
siamo alla vigilia del natale del Signore e la liturgia ci richiama alle profezie messianiche che annunciano l’attuarsi di questo straordinario evento, prepariamoci a questo giorno attraverso i seguenti versi del Vangelo di Luca, che già da oggi ci introduco in tale mistero d’amore:
“67Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
68«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
69e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
70come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
71salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
72Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
73del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, 74liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, 75in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
76E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
77per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
78Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
79per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».”
Alla nascita di Giovanni Battista Dio interrompe il silenzio di Zaccaria e gli restituisce la parola. Cosa è accaduto in Zaccaria durante i nove mesi di attesa per la nascita del figlio? Come egli ha vissuto questa attesa? Come si è preparato agli eventi che Dio ha riservato alla sua famiglia e al mondo intero? Come egli ha reagito al progetto della salvezza attuato da Dio e annunciato dall’angelo Gabriele? Le risposte a tutte queste domande e al molti altri interrogativi che il silenzio di Zaccaria può stimolare in ciascuno di noi le troviamo tutte nel Cantico di Zaccaria, Cantico che la liturgia ci propone oggi, vigilia del Natale del Signore, per introdurci in questo straordinario giorno. A cosa serve a noi il cantico di Zaccaria nel tempo dell’Avvento? Certamente ci serve per comprendere più da vicino il grande evento preparato da Dio per noi nel giorno del Natale, certamente ci serve per pregare Dio, per ringraziarlo e per lodarlo, ma sicuramente ci serve anche per comprendere quale deve essere il punto di arrivo del nostro cammino di Avvento. Avendoci dato Dio in Zaccaria e nel silenzio che a lui gli ha imposto un modello umano da seguire per vivere adeguatamente l’avvento del Natale e più in particolare l’avvento della vita, non possiamo non continuare a mantenere Zaccaria come nostro punto di riferimento. Le parole che Egli pronunzia alla fine dei nove mesi di silenzio esternano la sua conversione interiore, ci mostrano cioè i frutti della sua preparazione all’evento della salvezza, ci danno quindi un obbiettivo a cui tendere durante il nostro personale cammino di preparazione. Queste parole sono innanzitutto una profezia, esse cioè annunziano un evento. La preparazione riguarda proprio tale l’evento e consiste non solo nell’accoglierlo, nel saperlo leggere, nel comprenderne il significato per viverlo nella maniera corretta, ma consiste anche nel consegnarlo al mondo intero perché la nostra gioia diventi la gioia di tutti, la nostra profezia diventi la profezia di tutti, la nostra preparazione diventi la preparazione di tutti e la nostra accoglienza del Salvatore diventi l’accoglienza di tutti. Prepararsi nell’avvento significa quindi non solo ritrovare se stessi, la propria identità, l’identità di Dio e il rapporto con Lui, ma significa anche diventare modello per gli altri, farsi testimoni del Vangelo, diventare missionari di Cristo. L’impegno dell’avvento è un impegno che si estende a tutta la nostra vita e che ha come obbiettivo la salvezza di tutto il genere umano, noi siamo chiamati a partecipare a questo progetto facendoci coinvolgere da Dio direttamente, sia attraverso la nostra conversione, sia attraverso la nostra testimonianza. Zaccaria con il suo Cantico diventa non solo profeta e cantore, ma anche testimone della salvezza. La sua testimonianza non è fornita dalla semplice composizione del brano e dalla sua esternazione al mondo, ma dagli eventi interiori ed esteriori che caratterizzano la sua esperienza di vita e che egli condensa in questa composizione. Anche noi come Zaccaria siamo chiamati a vivere in profondità la nostra preparazione interiore e di vita, e anche noi come Zaccaria siamo chiamati a comporre un inno di ringraziamento e di lode a Dio che diventi testimonianza della grazia ricevuta dal Signore durante il nostro personale cammino, grazia che non possiamo tenere nascosta, ma che abbiamo il dovere di rendere partecipe a tutto il mondo attraverso appunto un cantico che parli dell’intervento di Dio nella nostra vita e che ne mostri i benefici. Le parole pronunziate da Zaccaria nel suo celebre cantico devono così diventare per noi non solo un obiettivo da conseguire, ma soprattutto un’esperienza da effettuare. Ciò significa che il nostro tempo di avvento, attraverso il cammino fatto alla sequela di Cristo, deve condurci alle parole del Cantico di Zaccaria non per averle lette e per averle scoperte nella sacra Scrittura, ma per averle vissute personalmente nella nostra vita. Un cosa è leggere tale preghiera e una cosa è invece giungere ad essa per grazia di Dio attraverso l’esperienza della vita. Anche noi, infatti, se sappiamo opportunamente vivere il silenzio dell’Avvento possiamo comporre un nostro cantico personale in cui le verità profetate da Zaccaria sono a noi rivelate da Dio per effetto del nostro cammino di preparazione e trasformano noi stessi in nuovi profeti della salvezza. Questo tipo di cammino ci permette di prepararci in profondità, sperimentando direttamente la gioia dell’avvento e il mistero a cui esso ci introduce.
Capo d’Orlando, 24/12/2014
Dario Sirna.