VERSO LO SPOSO

CAMMINANDO VERSO LO SPOSO

Ogni giorno i nostri passi segnano sul terreno calpestato un cammino. E’ il cammino che dal letto su cui riposiamo la notte, attraverso vari percorsi, ci conduce, dapprima in casa, per lavarci, nutrirci, vestirci e preparaci ad uscire, poi all’esterno, per raggiungere il posto di lavoro, per fare acquisti, per sbrigare faccende varie, per visitare amici, per esercitare un’attività ricreativa, per partecipare alla Santa Messa e per tornare a casa, dove, la sera, dopo aver speso durante il giorno tutte le energie disponibili, compiamo l’ultimo tragitto, quello che ci riconduce al nostro letto per l’atteso riposo.

Tra i percorsi effettuati il più importante è sicuramente quello che rispondendo all’impulso del cuore ci spinge a vivere l’atto di amore più grande che possiamo compiere nella nostra vita: accostarci a Dio, in una comunione in cui noi diventiamo un tutt’uno con il Corpo Santo del Signore. Quando il desiderio, messo nel nostro cuore  da Dio, trova in noi attenzione, la nostra mente comincia ad elaborare l’incontro con il Signore, nell’intento, per quanto possibile, di piacere e di trovare, così, accoglienza. Il primo contatto che cerchiamo di stabilire è una ripresa del dialogo con Dio. Se il nostro cuore ha volontariamente offeso l’amore divino sentiamo il bisogno imminente di riconciliarci con il Signore. E’ un atto indispensabile perché senza aver aderito alla richiesta di pace avanzata dal Figlio e quindi senza essere passati attraverso la riconciliazione  non ci sono i presupposti per realizzare una comunione completa.  Per fare questo abbiamo bisogno di  un intermediario che trovandosi nella perenne condizione di grazia possa mediare per noi e ottenerci il perdono dei peccati e delle offese. Ci rivolgiamo allora alla Santa Madre Chiesa a cui il Figlio non nega nulla. Realizzata la riconciliazione e ripresi i rapporti con il Figlio, il nostro desiderio di Comunione diventa sempre più forte. Per tempo ci prepariamo all’incontro e come al nostro primo appuntamento con la fidanzata cerchiamo di essere puntuali, belli, puliti, profumati, decentemente vestiti e ordinati, indossiamo l’abito più importante, portiamo un dono, per non giungere a mani vuote, prepariamo un discorso, elaborando bellissime parole da dire al momento opportuno, pronti ad offrire per tutta la nostra vita  tutto ciò che possediamo e tutto ciò che siamo, quindi, ci avviamo verso la casa di Dio in cerca di felicità e per portare felicità. Presentandoci nella casa del Signore, come prima cosa, entrando, salutiamo i Padroni di casa. Facciamo il nostro inchino e rivolgiamo subito il nostro ringraziamento al Padre per il dono del Figlio. Sappiamo che per poter entrare in Famiglia dobbiamo innanzitutto ingraziarci il Padre, riverendolo con  rispetto, amandolo, sin da subito e ripristinando l’amicizia eventualmente interrotta. Ci saranno richieste delle credenziali, perché il Padre non lascia  che il Figlio frequenti chi non lo ama e chi non è animato di buone intenzioni. Per questo dovremo immediatamente far sapere al Padre, tramite la Santa Madre Chiesa, che il nostro cuore è sinceramente pentito di avere arrecato offese a Dio, alla Chiesa e ai fratelli. Questo atto, compiuto con profonda contrizione per avere dispiaciuto tantissimo il Padre e  per avere arrecato grande offesa al suo amore per noi, viene benevolmente accolto e ci apre le porte di casa. La Santa Madre Chiesa, conoscendo bene i desideri del Figlio, nel puro intento di assecondarli in pieno, si adopera magistralmente per realizzare questa mediazione. Per raggiungere il Figlio, dobbiamo prima conquistare il cuore del Padre e questo non possiamo farlo senza passare dalla Madre. La Madre per amore del Figlio ci indicherà la via giusta per ottenere il consenso e l’amicizia del Padre, oltre l’amore del Figlio. Così, attraverso la Riconciliazione e l’atto di penitenza, la Madre ci apre le porte di casa e ci dà accesso alla sala presidenziale e nuziale. Qui ora dobbiamo esercitare tutte le nostre virtù per dimostrare al Signore di amarlo profondamente. Col cuore innamorato potremo dare libero sfogo al nostro  canto che, come una dolce serenata al chiaror di luna, richiamerà l’attenzione del Signore su di noi e sul nostro cuore. Prontamente il Signore ci risponderà con dolcissime parole di vita e d’amore che noi ascolteremo con grande attenzione fissandole per sempre nel nostro cuore, come pure frasi d’amore. Offriremo il nostro misero regalo nuziale che abbiamo portato e racconteremo le nostre necessità e intenzioni, condividendo le preoccupazioni della Santa Madre Chiesa e accogliendo le sue esortazioni, utilmente suggeriteci per il nostro bene e la nostra felicità. Poi il Signore ci inviterà alla sua Mensa per cenare insieme a Lui. Prima  della Cena dovremo dichiarare pubblicamente e reciprocamente il nostro amore. Inizierà la Santa Madre Chiesa, che ci farà rivivere la grande passione d’amore del Figlio per l’uomo. Ci viene mostrato il cuore immacolato di Cristo lasciarsi trafiggere  d’amore per noi. Il sangue versato e il corpo di Cristo inchiodato sulla croce sono l’offerta portata dal Figlio sull’Altare per la nostra salvezza e testimoniano il  suo grande amore . Poi toccherà a noi: ci alzeremo per andare all’Altare a dire il nostro Si. Percorrendo il lungo corridoio che conduce alla Mensa il nostro cuore comincerà a battere tumultuosamente. Arriveremo all’Altare e lì troveremo il nostro bellissimo Sposo pronto ad accoglierci in tutto se stesso. Finalmente noi diremo il nostro Amen. La nostra misera anima sarà allora totalmente assorbita dall’amore del Signore e così pure il nostro corpo e il nostro Spirito diventeranno finalmente parte di Lui. Come nelle nozze, riceveremo da Lui l’anello nuziale che ci farà suoi sposi in eterno. Nessuno potrà mai separare Dio da noi. Da ora in poi saremo nel Corpo di Cristo, saremo nel suo Sangue, saremo nella sua Anima e saremo persino nella sua Divinità. Noi, che prima eravamo polvere, ora diventiamo figli di Dio, noi che prima eravamo miseria e peccato, morte e disperazione, ora, in Cristo, diventiamo ricchezza e amore, vita e speranza. Una sola cosa ci è richiesta: di non rompere mai questo legame eterno di amore, di non cessare mai di credere in esso, di non cessare mai di credere che il nostro Signore, unitosi a noi per l’eternità, ci ama e ci amerà sempre, anche quando noi lo avremo tradito. Tutta la nostra esistenza dipende dallo spessore di questa fede nell’amore di Dio per noi. E’ un mistero che richiede l’impegno di credere, la voglia di celebrare e il desiderio di vivere l’Eucarestia. Da questo momento in poi, infatti, le nostre due vite saranno una cosa sola, dove i desideri, i sentimenti e la volontà nostra saranno quelli di Cristo.

Capo d’Orlando, 06/06/2012

Dario Sirna

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