“PASCI LE MIE PECORE”

GIOVANNI 21, 15-19

Buongiorno a tutti,

i seguenti versi del Vangelo di Giovanni ci aiutano a conquistare nuove tappe nel cammino dell’Amore:

“1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore.18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».”

 

I versi del Vangelo sopra riportati si riferiscono alla terza apparizione di Gesù Risorto ai discepoli. Si tratta di un’apparizione importantissima che serve ai discepoli per essere confermati nella fede e per crescere nel cammino dell’Amore. Cristo si rende presente testimoniando con la nuova apparizione il suo desiderio e la sua volontà di stare in mezzo ai discepoli soccorrendoli e aiutandoli in tutte le loro necessità umane e di fede. Quest’incontro tra il Risorto e i discepoli ha però un significato nuovo. I discepoli vengono infatti spronati a cambiare radicalmente la loro vita. La risurrezione di Cristo non può consentire all’uomo di continuare a vivere la sua vita di prima. Nella storia dell’umanità Cristo diventa un punto fermo, un punto che segna un passaggio fondamentale, la vera Pasqua di tutto il genere umano. Lo stesso conteggio degli anni nella storia dell’umanità trova in Cristo il suo punto di riferimento. Ogni evento storico è riferito infatti alla nascita di Cristo, cosicché nel conteggio degli anni si distingue tra “prima di Cristo” e “dopo Cristo”. L’anno 2013 che si stiamo vivendo trova il suo riferimento proprio in Cristo, esso cioè è contato a partire dall’avvento di Cristo. Questa semplice ed elementare riflessione deve farci riflettere sulla nostra vita. Il vero cambiamento richiesto, infatti, riguarda proprio essa. Nel momento in cui noi prendiamo consapevolezza e conoscenza della risurrezione di Cristo siamo chiamati a compiere un passaggio, fissando come anno zero della nostra vita l’anno del nostro Battesimo. La coscienza del Battesimo è coscienza della risurrezione di Cristo e come tale deve indurci a una conversione profonda che ci permetta di rompere completamente con il tipo di vita condotto antecedentemente. Così come la storia dell’umanità segna il suo anno zero facendolo coincidere con la nascita del Signore, allo stesso modo nella storia della nostra vita personale Cristo Risorto deve rappresentare un punto di fine per la vecchia vita e un punto di inizio per una nuova vita.  L’evento della risurrezione è un evento non indifferente, esso coinvolge ogni singolo uomo chiamandolo personalmente a rivedere le proprie convinzioni personali sulla base di un evento reale e storico che cambia il destino di ognuno di noi. Non è possibile continuare a vivere come se la risurrezione non fosse una realtà che ci riguarda da vicino e che ci interpella ad uno ad uno. La notizia del Cristo Risorto non è una notizia fine a Cristo, essa rappresenta una novità di vita che si estende ad ogni uomo del mondo. Prendere coscienza di questa nuova realtà significa anche modificare completamente il proprio rapporto con l’esistenza, con l’amore, con se stessi, con Dio e con gli altri. La risurrezione di Cristo è una rivoluzione storica che coinvolge tutta l’umanità e che richiede da parte di ognuno di noi quanto meno il dovere di sperimentare personalmente l’amore infinito che Cristo ci comunica tramite questa esperienza. Nella scena del Vangelo il Signore ci mostra un’umanità ancora troppo legata alle sue convinzioni, un’umanità ancora inconsapevole del grande dono ricevuto da Dio tramite la Risurrezione di Cristo, un’umanità ancora triste e sofferente, incapace di amare e di dare, un’umanità che brancola nel buio delle tenebre personali e sperimenta in tale direzione la vanità di ogni sua iniziativa. Senza il Cristo Risorto le reti gettate dall’uomo nel grande e infinito mare dell’amore rimangono vuote e sono causa solo di inutili fatiche e di grandi delusioni. Con Cristo Risorto queste reti si riempiono oltre misura, diventano motivo di gioia incontenibile, e pur portando un peso esagerato non si rompono mai, semmai si allargano per contenere in se stesse tutto il genere umano. Il cuore di chi incontra e accoglie il Cristo Risorto diventa un cuore universale, un cuore che vorrebbe contenere in se stesso ogni uomo per amarlo con l’amore di Dio. Cristo Risorto sta sempre alla destra della barca della nostra vita e da tale direzione ci guida verso il compimento più alto dell’amore. Pietro e i discepoli che sono insieme a Lui fanno questa esperienza e maturano questa coscienza. Il loro cuore ora è ricolmo di amore per Cristo, la loro fede ora è salda e sicura. Le certezze gridate un tempo da Pietro al Signore, certezze messe in crisi dal dramma della croce, vengono ora consolidate dalla presenza del Cristo Risorto. In tale realtà Pietro matura una fede che lo rende capace di seguire il Signore, di amarlo al punto da prendersi cura delle Sue pecore, di amarlo al punto di essere pronto a dare la vita per esse.

Capo d’Orlando, 14/04/2013

Dario Sirna.

 

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