NEBRODI – STRETTA DI LONGI 3 – MILE’

LE BELLEZZE DEL FIUME MILE’

Dopo le escursioni nella parte bassa della Stretta di Longi, nei corridoi sopra e sotto la cascata, abbiamo deciso di risalire il fiume e di esplorarlo in corrispondenza della località Milè del Comune di Galati Mamertino. Per scendere nel fiume abbiamo utilizzato l’accesso più semplice, quello che passa immediatamente a valle del ponte della Strada Provinciale che collega Longi con Galati Mamertino, in  corrispondenza dell’incrocio con l’arteria che conduce a San Basilio.

Siamo in località Milè, la natura ci offre scorci incantevoli caratterizzati da un boschi fittissimi di varie essenze, da vegetazione spontanea a macchia fitta e intricata e da strapiombi rocciosi di notevole sviluppo verticale. Senza tante difficoltà scendiamo nel fiume, portandoci proprio sul suo letto e ci incamminiamo verso valle. Tutta l’area del greto, racchiusa tra due grossi argini di cemento, è ricoperta da un bellissimo bosco di essenze spontanee tipiche delle aree umide fluviali. In particolare spiccano longilinei e altissimi esemplari di pioppo, verdissimi ontani, argentei tamerici, salici, oleandri e varie altre essenze arboree, arbustive, erbacee e rampicanti. In questo tratto il fiume è stato imbrigliato e perciò il suo letto presenta lunghi tratti pianeggianti, intervallati dagli sbarramenti in cemento delle briglie. Lateralmente il letto del fiume è delimitato dagli argini di contenimento. La costruzione delle briglie ha sicuramente rovinato l’ambiente naturale preesistente, trasformandolo in una lunghissima sequenza di gradoni pianeggianti su cui la sabbia e il limo nella loro folle corsa a mare sono stati intrappolati, andando a costituire il terreno fertile su cui si sono spontaneamente impiantate le varie essenze che oggi ricoprono tutto il canale fluviale. Il fiume è perciò completamente inghiottito dalla selvaggia vegetazione che lo circonda. Le sue acque scorrono placide e limpide all’ombra e alla frescura di questo polmone di verde di recente origine. La vegetazione è talmente fitta e alta che i raggi solari difficilmente, e solo in pochissimi punti eccezionali, riesce a penetrare al suo interno fino a raggiungere la acque che scorrono a valle. Il nostro cammino si è svolto, dunque, tutto all’ombra, al di sotto di una splendente e lussureggiante volta di verde naturale. Contrariamente alla parte a valle delle stretta, ossia alla fiumara Fitalia che nei mesi estivi è totalmente a secco, qui il fiume continua a scorrere senza mai asciugarsi, mantenendo, anzi una discreta portata. Le uniche difficoltà di questo cammino si incontrano in corrispondenza del salto delle briglie. Spesso, infatti, le briglie sono alte anche un paio di metri e in alcuni casi capita che a questa difficoltà si aggiunge l’ostacolo delle ampie piscine che si formano proprio alla base delle briglie a causa delle varie cascate generate dai salti di quota in corrispondenza delle stesse. Con un po’ di attenzione e con tanta pazienza si riesce comunque a procedere verso valle, guadagnando sicurezza. Il primo tratto percorso è abbastanza omogeneo ed è caratterizzato dalla presenza della grande galleria di verde, dalle piscine, dalle cascatelle in corrispondenza delle briglie e dai lunghi tratti pressoché pianeggianti di acqua semi stagnante. In questi tratti di fiume le acque limpidissime formano dei particolari specchi di acqua, ricchi di bellissimi riflessi di rami, foglie e piante. Non meno interessanti sono anche gli effetti dovuti alla limpida trasparenza delle acque. A secondo dell’angolo ottico con cui si osservano questi tratti di fiume è possibile apprezzare la bellezza dei fondali interamente muschiati o la spettacolarità dei riflessi del bosco sullo specchio superficiale. Il fondale del fiume è raramente sabbioso, limoso o fangoso, risulta, invece, perlopiù costituito da un infinito e spesso letto di ciottoli di tutte le misure. Questi ciottoli sono ricoperti di soffici e dorati muschi acquatici, molto simili a quelli utilizzati per i presepi. Dopo circa un ora di cammino, improvvisamente tutto cambia, la natura originaria sembra imporsi con prepotenza, forza, determinazione e strabiliante bellezza sulle opere realizzate dall’uomo. Il Fiume come se si fosse stancato di percorrere sempre il monotono percorso delle briglie, devia sulla destra, evita la briglia, che rimane all’asciutto, e con una cascata naturale di un paio di metri si getta in una bellissima piscina. Il letto del fiume rapidamente si restringe tantissimo, gli argini artificiali scompaiono lasciando spazio e azione a due bellissimi strapiombi di roccia che si fronteggiano per una ventina di metri, mantenendosi distanti tra loro non più di tre 3-4 metri. In questo stretto e altissimo corridoio, completamente ammantato da un lussureggiante bosco di leccio, scorrono profonde le acque del fiume. In mezzo ad esse si notano facilmente grossi esemplari di trote spostarsi rapidamente da un’estremità all’altra. Sorprende come il fiume qui si rifiuti di passare attraverso le briglie, per cercarsi un percorso naturale con cui raggiungere e attraversare questo meraviglioso e spettacolare sipario naturale di rocce. Nella stretta gola le pareti rocciose si mantengono lisce e nude, completamente prive di qualsiasi tipo di vegetazione, mentre sulla superficie esterna sono ricoperte di un foltissimo verde scuro che ombreggia e rabbuia fortemente l’ambiente sottostante. I due torrioni laterali hanno diversa altezza, il più basso, quello di destra, si innalza dal fiume per una trentina di metri, mentre il più alto, quello di sinistra, si innalza per circa quaranta metri. Nel corridoio stretto realizzato dalle due alte pareti rocciose la volta del fiume è coperta da vari esemplari di leccio i cui rami, ancorandosi ai grossi fusti aggrappati allo strapiombo, con ardite forme orizzontali si intrecciano tra loro formando una spettacolare copertura. Tutto l’ambiente circostante è di pregevole bellezza e di elevatissimo valore ambientale. A valle il fiume si allarga nuovamente e riprende a scorrere nelle briglie. L’ambiente risulta però diverso rispetto al tratto iniziale a causa della presenza sempre più frequente di massi e rocce di notevole dimensione e bellezza. La vegetazione continua a mantenersi fitta e lussureggiante e il fiume riprende il suo percorso fatto di lunghi tratti stagnanti ricoperti da folta vegetazione, intervallati da briglie con cascate e piscine. L’ambiente diventa più selvaggio, frequentemente si incontrano rocce levigate affioranti dal letto del fiume, mentre guardando in alto si vede la vallata stringersi e innalzarsi con pareti rocciose e strapiombi di notevole bellezza e dai colori fortemente accesi. Lungo il fiume la vegetazione a causa del notevole restringimento della larghezza del letto e della imponenza rocciosa delle pareti laterali della valle a tratti si interrompe portando alla luce solare le limpide acque. In alcuni tratti si incontrano delle rocce affioranti dal greto aventi una marcata colorazione rosso carminio in forte contrasto con le acque e le formazioni di verdi alghe superficiali. Scendendo ancora si incontrano massi di notevole dimensione, alti fino a dieci metri, disposti verticalmente come sentinelle che manovrano e gestiscono il passaggio dell’acqua e come guardiani che vegliano e custodiscono le notevoli ricchezze del fiume. Infine sulla sponda sinistra del corso d’acqua, versante di Longi, si innalza una maestosa e incantevole parete verticale alta un centinaio di metri e coloratissima. Le sue tinte rosa aragosta fortemente melangiate spiccano in mezzo al verde intenso della vegetazione fluviale svelando nuovi e inattesi volti di questo fiume dalle imprevedibili e suggestive sorprese. Certamente per la varietà e la bellezza degli elementi di grande pregio e valore naturalistico di cui questo meraviglioso fiume si compone non si può che restare stupiti. Sembra che Dio durante la creazione abbia deciso di regalare a tutto il territorio che circonda questo fiume una attenzione particolare che mettesse in forte rilievo le sue irraggiungibili capacità creative, architettoniche e compositive, il suo indiscutibile gusto per la bellezza e soprattutto il suo grande amore per l’uomo, al cui tutto questo è stato donato. Col cuore strapieno di gioia per avere visto in poco spazio e poco tempo così tanta bellezza e varietà e per avere potuto, ancora una volta, apprezzare una nuova testimonianza del grande amore riversato da Dio su di noi, ringraziamo e lodiamo il Creatore per il grande dono ricevuto.

Capo d’Orlando, 29/07/2012

Dario Sirna

 

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