NEBRODI – LAGHETTO CARTOLARI ALTO

TORTORICI – LAGHETTO CARTOLARI ALTO

Sulla cima del costone montuoso che separa il Lago Tre Arie dal lago Cartolari, in località Cartolari del Comune di Tortrici, ad una quota prossima ai 1.600 m slm, si trova questo bellissimo specchio d’acqua.

Per raggiungerlo occorre seguire le stesse indicazioni fornite per il laghetto Cartolari Basso, da cui esso dista 20 minuti circa di cammino in salita. Raggiunto il laghetto Cartolari Basso si prosegue percorrendo un qualsiasi sentiero immaginario che conduce sulla sommità della montagna. Il percorso è semplice in quanto il terreno è spoglio di vegetazione arborea e arbustiva essendo ricoperto solo di prati e,  in alcune aree, di verdissime felci.  La salita è facile e molto gradevole, arricchita di numerosi scorci paesaggistici di rilevante interesse. Guardando ad est si domina, con una stupenda visione aerea, tutto il catino  del Tre Arie, compreso il lago, l’abetaia della riserva, il Monte Tre Arie e tutta la corona che  come un diadema incastona lo specchio d’acqua sottostante, facendolo brillare non meno di una pietra preziosa. Guardando a Sud, la sagoma gigantesca del cono vulcanico dell’Etna riempie tutto l’orizzonte. La cima del Vulcano tocca i cieli più alti e blu della Sicilia e, quando entra in attività, con le sue colonne di fumo, e le torreggianti nubi delle esplosioni, riesce a  spingersi nei piani più alti dell’atmosfera, disperdendo, sotto l’azione delle correnti aeree, le sue nere polveri in tutto il Mediterraneo. Guardando a Ovest, il paesaggio è dominato dal mantello lussureggiante  e verdissimo della Serra del Re. La Foresta Vecchia accerchia su tutti i fronti le pendici della Serra, ammantandole magnificamente. Sul costone che scende dalla Serra del Re in direzione sud, nel verde fitto del bosco, prima che i Nebrodi comincino a degradare verso l’interno della Sicilia, si vede svettare l’obelisco di Nelson. Abbassando lo sguardo sul fondovalle che scende dal versante est della Serra, si scorge dall’alto, un altro zaffiro blu, incastonato anch’esso al centro di  una  magnifica corona di monti: è il lago Cartolari. Infine guardando a nord, sulle pendici del costone che si sta risalendo, spicca il primo laghetto di Cartolari, da noi chiamato Laghetto Cartolari Basso. Sullo sfondo si vede la dorsale dei Nebrodi correre e ondeggiare, come un serpente, da est a ovest tra le cime della catena nebroidea. Dietro, il bellissimo costone di Pritti si frappone alle Rocche del Crasto e alle lontane sagome delle Isole Eolie, che con le loro forme vulcaniche emergono dal blu del cielo e del Tirreno. Raggiunta la sommità della montagna che stiamo risalendo, tutti questi scorci di paesaggio si legano in un’unica visione d’insieme, che può essere apprezzata ruotando su se stessi di un angolo giro. Al panorama di questo meraviglioso belvedere si aggiunge la presenza, proprio sulla cima della montagna del bellissimo laghetto. Siamo nel cuore dei Nebrodi, circondati da uno scenario unico, ove gli elementi più belli e caratteristici del Parco sfoggiano tutta la loro bellezza  nei caldi riflessi del lago, duplicando così nello spazio la loro deliziosa immagine. Anche questo specchio d’acqua, come quello sottostante e come quasi tutte le aree umide dei Nebrodi, è circondato da una robusta recinzione di legno e rete metallica, attrezzata in vari punti di scalette in legno per l’accesso all’area interna protetta. Scavalchiamo la recinzione, salendo proprio su una di queste scalette e quando ci troviamo sul suo gradino più alto ci godiamo la vista di una meravigliosa prospettiva aerea. Il lago sembra al di sotto del suo livello abituale di quasi un metro a causa della perdurante siccità che dalla primavera, ininterrottamente si è prolungata fino al cuore dell’estate. Questo laghetto è lo stesso da noi visitato nel mese di febbraio, quando la sua superficie era completamente gelata e sommersa da una coltre di neve alta oltre tre metri. Oggi lo spazio rimasto vuoto al di sotto  di una tubazione di ferro alla cui estremità  nell’escursione invernale c’eravamo appoggiati, ci fa stimare esatta l’altezza della neve valutata in quell’occasione.  A causa del notevole abbassamento della superficie del lago anche la sua estensione si presenta più ridotta. Il laghetto, comunque, conserva un fascino eccezionale, sospeso sulla cima dei Nebrodi, sembra appoggiare il suo fondale sulle falde dell’Etna, dandoci l’impressione ottica di trovarci sulle pendici del Vulcano, anziché sulla catena montuosa nebroidea. La vegetazione intorno al lago si compone di pochissimi esemplari di specie arboree lacustri, di piccole dimensioni, vista l’altezza, l’esposizione elevatissima ai quattro quadranti dei venti e il notevole carico di neve invernale. Molto più folta è invece la vegetazione erbacea, che lungo il bordo del lago si presenta composta per la maggior parte di bellissime piante coperte da una ricca infiorescenza gialla. Anche questo Laghetto come quello sottostante ha una forma pressoché circolare e noi decidiamo di percorrerla tutta lungo la riva. Alle foto scattate sulla battigia alterniamo alcuni scatti effettuati dall’altezza del bordo esterno della conca che racchiude le acque.  Il lago si presta moltissimo sia agli scatti panoramici, sia agli scatti dei giochi di luce solare. Siamo nelle ore pomeridiane  e il sole si è abbassato sull’orizzonte abbastanza per incidere sulla superficie del lago con un angolo sempre più stretto. In queste condizioni, la luce riflessa dallo specchio d’acqua giunge all’altezza degli occhi dell’osservatore compiendo un cammino più lungo, nel corso del quale si arricchisce di ulteriori effetti che accrescono la magica atmosfera di luce. La luce trasforma la superficie del lago in una splendente lamina di argento liquido, ondeggiante sinuosamente sul pelo libero dell’acqua come un leggero moto d’olio. Percorrendo il perimetro del lago la luce solare che prima c’illuminava in controluce ora ci colpisce  alle spalle e i  raggi solari riflessi si perdono nel  blu delle altezze del cielo, formando nei nostri occhi, al loro ritorno dagli alti piani dell’atmosfera, un’immagine azzurrissima dello specchio d’acqua.

Muovendoci da una parte all’altra del lago, mentre lo scenario paesaggistico che ci circonda,  liberato dall’assedio stancante della calura, si ridesta snello e frizzante per un’allettante serata sotto le stelle, ci godiamo la bellezza di questo meraviglioso Creato ringraziando e lodando Dio per il gran dono ricevuto.

Capo d’Orlando, 24/07/2012

Dario Sirna

 

Dario Sirna

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