MONTAGNAREALE – IL MULINO DI CAPO

MONTAGNAREALE – SULLA VIA DEI MULINI – IL MULINO DI CAPO

Il Mulino di Capo è un mulino ad acqua con ruota orizzontale che si trova nel territorio del Comune di Montagnareale. Si tratta di una struttura centenaria che, grazie all’attenzione e alla sensibilità dell’Amministrazione Comunale di Montagnareale è stata restaurata, recuperata e messa in funzione con scopo didattico, culturale e turistico.

La struttura in origine apparteneva a privati cittadini del posto,  negli anni ’80 è stata acquisita dal Comune di Montagnareale, per volontà dell’allora  Sindaco Antonino Sidoti e grazie alla collaborazione tecnica ed economica della Soprintendenza ai BB.CC. della Regione Siciliana.   Il bene, da questo punto di vista, ha un valore inestimabile non solo per la testimonianza evidente e pratica che esso ci fornisce sulle tecniche utilizzate nei secoli scorsi dai nostri avi per produrre la farina, ma perché intorno al suo fascino antico si rivive, con grande emozione, l’atmosfera, oramai persa, dei tempi passati. Questo mulino, infatti, grazie all’ottimale stato di conservazione delle sue strutture e dei suoi meccanismi, è un vero e proprio museo vivente, un museo cioè che non si limita ad offrirci immagini di rovine passate,  ma che ci permette di ritornare indietro nel tempo per rivivere in diretta e in prima persona uno scorcio di quella  vita antica  oramai cancellata definitivamente dalla civiltà contemporanea e dall’avvento della meccanica e della robotica moderna.  Si tratta dunque di un vero e proprio gioiello di inestimabile valore, mantenuto in vita non tanto da interessi speculativi, quanto dalla lungimiranza e perspicacia di chi ha visto nel recupero di questa struttura un mezzo importante per donare alle generazioni future un patrimonio storico di grande valore sociale e culturale. Impensabile proporre la riattivazione della struttura per la produzione della farina in quanto tale scelta è economicamente sconveniente, nonostante  i costi nulli dell’energia necessaria  al funzionamento. Felice, invece, l’idea di creare tramite  questa struttura un polo di attrazione e di interesse per le attività culturali, ricreative  e turistiche. Il Mulino è facilmente raggiungibile. La zona che lo ospita è servita da strada asfaltata a doppia corsia. Esso è ubicato nelle strette vicinanze del paese ed esattamente lungo il corso del Torrente Montagnareale. Dalla piazza del centro è raggiungibile  in meno di 5  minuti, seguendo l’apposita segnaletica stradale. In uscita dal centro abitato, direzione Santa Nicolella, San Giuseppe, Fiumara, etc.,  prima di giungere al bivio per la frazione Fiumara, esiste  sulla sinistra una deviazione che scende nella vallata del torrente. Il mulino si trova proprio in corrispondenza del vallone. Viste le brevi distanze è possibile parcheggiare la macchina in centro e approfittare  del verde lussureggiante in cui è immerso il posto per farsi una ristorante passeggiata a piedi e raggiungere così il Mulino con una carica emotiva più alta. Il Mulino di Capo, o Mulino  di Menzu, fa parte di un circuito di mulini che si compone della presenza di ben nove strutture, di cui però l’unica recuperata e funzionante è questa. I nove mulini sfruttano l’acqua dello stesso torrente e si trovando quindi nella stessa vallata, ricadente all’interno del territorio di Montagnareale. Il torrente Montagnareale è un corso d’acqua la cui portata pur restando sempre modesta si mantiene in essere per quasi tutto l’anno, solo nelle stagioni particolarmente secche l’acqua si asciuga completamente. Esso è alimentato da un ampio bacino montano, la cui caratteristica è quella di essere ben esposto alle correnti aree più umide e piovose, per cui nonostante l’altezza non eccessiva delle cime che lo caratterizzano, l’ampiezza della vallata è tale da garantire una costante presenza di acqua. Questa caratteristica ha favorito il proliferare dei mulini, i quali infatti per il loro funzionamento hanno bisogno di una portata d’acqua non eccessiva ma costante. Le dimensioni del vallone di Montagnareale e le caratteristiche del torrente sono tali da garantire sempre la presenza dell’acqua senza sottoporre le strutture al rischio di gravi inondazioni o altri eventi naturali rovinosi. Il funzionamento del Mulino di Capo è assicurato da una “prisa” d’acqua in terra battuta che  per Mezzo di un solco curvilineo trasferisce il flusso idrico dalla sorgente alla vasca di raccolta in muratura. Questa vasca è situata a monte del mulino e alle sue spalle,  ha una capacità di 45 m.c.. Terminato l’accumulo nella vasca di raccolta viene aperto il canale che collega detto serbatoio con la tromba interna alla torre piezometrica. In questo modo le acque accumulate nella vasca vengono riversate all’interno della torre piezometrica la cui funzione è quella di trasformare l’energia potenziale della massa gravitazionale dell’acqua in energia cinetica. Il convogliamento nel camino conico della torre e lo strozzamento della stessa alla sua base incrementa la velocità di flusso  dell’acqua in caduta trasferendo alla ruota orizzontale tutta l’energia cinetica sprigionata da questo stratagemma. La ruota orizzontale è solidale a un asse che trasmette il movimento alla macina, la quale ruotando all’interno di una loggia  di pietra produce la frantumazione del grano e la sua trasformazione in farina. La struttura architettonica del Mulino ha uno sviluppo prettamente verticale e sfrutta lo spazio circostante alla torre piezometrica. Quest’ultima ha un’altezza di circa 15 metri ed è il vero motore del mulino.  Anticamente la ruota di questo mulino si dice fosse verticale, attualmente essa è invece alloggiata nella parte inferiore della struttura, immediatamente sotto la camera che accoglie le macine, e alla quota più bassa in modo da sfruttare tutta l’altezza disponibile per produrre l’energia necessaria alla rotazione della macina. La cascata d’acqua convogliata all’interno del canale conico verticale realizzato nell’anima della torre arriva ad alta velocità sulle alette di legno montate sul perimetro esterno della grande ruota in ferro, provocando il movimento rotazionale della stessa e il trasferimento dell’energia così sprigionata. Il principio di funzionamento del Mulino è molto semplice e lineare, come altrettanto semplice e quasi rudimentale è la struttura antica che sfrutta tale principio per trasformare il grano in farina. Si dice che anticamente la famiglia Palmeri, proprietaria della struttura, utilizzasse lo stesso meccanismo per azionare una segheria, ma di fatto sul posto non ci sono resti che testimoniano tale ulteriore attività. Il Mulino ha cessato la  produzione all’inizio dell’ultima guerra mondiale. Successivamente è stato abbandonato e utilizzato come deposito. All’interno del Mulino esiste anche un piano superiore utilizzato come alloggio per il personale addetto al suo funzionamento. Nella grande camera che si apre su tale piano in atto è stata allestita un’esposizione di attrezzi e utensili utilizzati nella gestione del Mulino. Si tratta di contenitori vari in coccio, rame e ferro. Al piano inferiore è alloggiata la macina. Essa è sistemata all’interno di una struttura in legno che è completa di imbuto per il convogliamento del grano e di beccuccio per l’estrazione della farina. Grazie agli interventi effettuati dall’amministrazione comunale Sidoti il Mulino è stato dotato al suo esterno  di un meraviglioso parco verde che ben si armonizza con l’ambienta naturale spontaneo del fondovalle. La ricchezza e l’esuberanza del verde che prospera attorno a questa affascinante struttura realizza una preziosa ed elegante cornice, la cui funzione è quella di creare un perfetto inserimento del Mulino nella natura. Anche l’antica architettura della torre e l’aspetto imponente del caseggiato sono felicemente armonizzati nel contesto locale. In particolare la zona adiacente al mulino è stata attrezzata con due  scalinate in pietra muschiata che danno accesso al canale di alimentazione della vasca, al serbatoio e alla cima della torre, realizzando un percorso che fa il giro completo della struttura e dà la possibilità di poterne ammirare tutti i prospetti e tutti i dettagli. Il prospetto frontale, quello che cioè si apprezza dall’ingresso nell’area di pertinenza e dalla corte in interna alla stessa, si affaccia direttamente sul torrente, regalando così al visitatore un’incantevole e suggestiva accoglienza. Grazie alla cura di tutti questi particolari e ai doni di una natura molto generosa con questo territorio l’atmosfera che  avvolge il Mulino ha un forte gusto romantico che spesso per effetto della numerosa presenza di uccelli, di piante da fiore spontanee, di edere rampicanti e di profumatissimi muschi si trasforma in musica e poesia. Il canto della natura inebria tutta la zona e fa da coro alla forte, incessante e vibrante melodia del fiume. Durante il funzionamento del Mulino l’area in questione si trasforma in un palcoscenico teatrale dove, oltre al rituale festoso del creato, ad esibirsi sono il rombo della cascata d’acqua che precipita nella torre e  il fragopre della ruota azionata dal potente flusso idrico. Il Mulino di Capo regala intense emozioni e consegna alle nostre conoscenze una documentazione realistica e viva sullo svolgimento della vita nei secoli scorsi. All’interno dell’area in cui ricade il Mulino si ha così la sensazione tattile che qui il tempo non sia mai trascorso, che tutto sia rimasto fermo al giorno in cui il mugnaio di Montagnreale viveva in questa struttura e produceva farina per il paese e i dintorni. La felice scelta con cui l’Amministrazione Comunale ha saputo valorizzare questo mulino e l’ambiente circostante  è un esempio da proporre a tutte le altre realtà vicine perché i tesori provenienti dalla storia delle nostre civiltà passate vengano recuperati, protetti e conservati nella loro essenza originaria.

Ringraziamo vivamente l’Amministrazione Comunale di Montagnareale e in particolare il Sindaco, Ing. Anna Sidoti, per l’accoglienza offertaci e per la grande disponibilità dimostrata, ringraziamo anche il personale dipendente del Comune che si è impegnato efficacemente per il corretto funzionamento della struttura. Sull’esempio di Montagnareale, ci auguriamo che realtà simili possano essere recuperate anche in altre zone del nostro territorio.

Infine il nostro grazie al Sig. Filadelfio Miraglia che ha partecipato all’allestimento del reportage fotografico, fornendo un interessante contributo qualitativo e numerico.

Capo d’Orlando, 29/05/2013

Dario Sirna.


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