MONTAGNAREALE – FESTA DI S.ANTONIO ABATE

I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SANT’ANTONIO ABATE OGGI A MONTAGNAREALE

«Vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno» (At 2,45), “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri” (Mt 19,21). «Non vi angustiate per il domani» (Mt 6,34). «Chi non vuol lavorare, neppure mangi» (2Ts 3,10), «Pregate ininterrottamente» (cfr. 1Ts 5,17), con queste brevi indicazioni fornite dalla Parola di Dio, Sant’Atanasio, contemporaneo e amico di Sant’Antonio, ci descrive il cammino di santità compiuto da Antonimo nella sua vita.

La vita di Sant’Antonio è un esempio di come la vita ordinaria di un uomo comune possa essere indirizza  attraverso la fede nel Vangelo verso le altissime vette celesti. I versi sopra riportati corrispondono esattamente alle parole della Bibbia da Antonio sperimentate nella giovinezza, quando rimasto orfano di entrambi i genitori, cominciò ad interrogarsi sulla direzione da imprimere al suo futuro. Non si tratta, dunque di versi citati da Sant’Atanasio per trasmetterci il senso del messaggio testimoniato dal cammino di Antonio, ma delle Parole della Sacra Scrittura che effettivamente hanno ispirato ad Antonio il suo percorso di conversione. Questa precisazione è obbligatoria in quanto torna utile al cammino di conversione personale cui siamo chiamati tutti indistintamente. Volendo omaggiare oggi la memoria di Sant’Antonio non possiamo allora non dare massimo rilievo ed importanza al suo cammino personale, proponendolo a noi stessi come sequela di Cristo nel cammino terreno dell’uomo. Antonio ereditò il grande patrimonio lasciatogli dai suoi genitori in giovanissima età, quando in seguito alla loro morte, si ritrovò a dovere gestire grandi ricchezze. Unitamente ad esse ereditò dai suoi genitori anche la fede cristiana. Egli stimò questo secondo bene di valore ben superiore al primo in quanto né comprese l’entità della portata, ben più idonea alle esigenze dell’uomo in qualsiasi circostanza di vita di qualsiasi altro bene. Le vicende personali della sua gioventù gli fecero comprendere l’opportunità di curare il benessere spirituale della sua persona, anteponendo ad esso ogni altro bene. Così la necessità di accrescere e dare nutrimento e soddisfazione  alla sua interiorità lo spinsero a dare credito agli insegnamenti e alle indicazioni contenute nella Parola di Dio, vista e sentita come unica via di salvezza e di felicità per l’uomo. La Parola di Dio interroga l’uomo nelle sue più profonde convinzioni e lo mette di fronte a scelte concrete che comportano grandi cambiamenti. Ciò vale per ognuno di noi e ciò è valso anche per Antonio. Il processo interiore comporta una continua rinunzia a se stessi, alle tentazioni e alle esigenze proprie della carne, del mondo, del potere, del successo, della stima e dell’orgoglio. Morire a se stessi significa lottare continuamente contro le istigazioni provenienti da tali valori e opporre ad esse la pace e la serenità promesse dalla attenta osservazione della Parola di Dio, dalla preghiera, dalla carità, dal dare continuamente agli altri, dall’amore vero.  Antonio, contrariamente a quanto la maggioranza di noi suole fare, diede ascolto al messaggio trasmesso dalla Parola di Dio, vi ripose in esso tanta fede e cominciò a donarsi al Signore mettendo in pratica ciò che il Vangelo continuamente gli comunicava. Noi siamo convinti con le nostre piccolissime scelte di incarnare nella nostra vita le proposte del Vangelo, oppure nell’accoglierle posticipiamo ad un futuro mai ben individuato la loro applicazione, oppure, ancora, pensiamo che esse non si riferiscano a noi ma a coloro che ci stanno accanto. Antonio, con le sue scelte di vita forti, ci insegna che la Parola di Dio nel rivolgersi a noi interroga innanzitutto noi stessi, che Essa è stata a noi trasmessa non per essere rimbalzata ad altri ma per essere da noi messa in pratica. Questa docilità all’ascolto della Parola è un punto di forza del cammino di Santità. La Santità non appartiene all’uomo, essa è prerogativa di Dio, l’uomo è chiamato dalla grazia divina a prendere parte alla Santità di Dio. La Santità è dunque un bene che l’uomo non possiede per sua natura, ma che può ricevere solo per grazia e gratuitamente da Dio stesso. Non ci sono modi per acquistare la santità, non ci sono modi e meriti  per acquisirne il possesso se non che rendersi disponibili a Dio attraverso l’ascolto attento della sua Parola. La santità di Dio è contenuta nella sua Parola ed è perciò trasmessa all’uomo attraverso la Parola di Dio. Per ricevere il dono della Santità è perciò necessario accogliere il dono della Parola di Dio. Ma accogliere il dono della Parola di Dio non significa solo conoscere tale Parola, ma significa soprattutto metterla in pratica, ossia identificare il proprio comportamento con la Parola di Dio, identificare i propri sentimenti con i sentimenti trasmessici da Dio nella sua Parola, identificare la propria vita con la vita del Signore. Cominciando a mettere in pratica la Parola del Vangelo Antonio capì che occorreva andare oltre, che occorreva estendere alla propria vita a tutto l’intero Vangelo, che il cammino di fede e di santità, unico cammino attraverso il quale si arriva alla vera realizzazione della propria identità, unico cammino attraverso il quale l’uomo diventa attore reale del progetto divino dell’amore, della felicità, della salvezza, della vita eterna e della comunione intima con Dio e con i fratelli, è un cammino che non si conclude mai, che va continuamente raffinato e allenato attraverso l’impegno continuo  nella sequela di Cristo, maestro di obbedienza perfetta alla Parola. La fiducia accordata da Antonio a Dio attraverso l’ubbidienza sempre più scrupolosa e perfetta della Parola di Dio è stata da Dio ampiamente riconosciuta, accolta, premiata e ricambiata con altrettanta fiducia e altrettanti doni. Dio per primo si fida di noi donandosi a noi gratuitamente con la sua Parola e con il Figlio stesso, tale fiducia se da noi riscontrata e apprezzata produce un effetto domino che trasferisce nella nostra vita grazia su grazia secondo un effluvio celeste che non ha confronti di generosità e di benevolenza nell’uomo. Antonio ha vissuto in pieno questa esperienza ed è diventato testimone   dell’immenso amore di Dio per l’uomo, mostrandoci come il cammino effettuato dagli Apostoli, cammino di sequela del Signore, sia un cammino offerto a tutti e attuabile per tutti. La fede di Antonio, vissuta con grande impegno e coerenza, gli ha permesso di acquisire titoli come “Il Grande”, “Abate”, “Anacoreta”, “Del Fuoco”, “Del Deserto”, titoli che non esprimono altro che la grande dimensione della sua Santità.

Capo d’Orlando 17/01/2014

Dario Sirna


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