MONTAGNAREALE – U NATALI DI ‘NA VOTA

IL NATALE A MONTAGNAREALE

Ieri,  5 gennaio 2013, alle ore 17,00, nel centro di Montagnareale si è tenuta la seconda parte dell’edizione 2012 di “U Natali di ‘na vota”, manifestazione organizzata dall’Associazione Avventura Vita (www.avventuravita.it) con il Patrocinio del Comune di Montagnareale. La manifestazione è stata inaugurata per la prima volta nel Natale del 2011 ed ha riscosso grande successo già al primo esordio. Quest’anno essa è stata proposta nei giorni del 26 dicembre e del 5 gennaio, due appuntamenti differiti  nel tempo  per dare la possibilità a tutti di prendere parte al clima natalizio presente nel paese e per prolungare l’atmosfera del Natale fino all’ultimo giorno di festa.

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EPIFANIA DEL SIGNORE

EPIFANIA DEL SIGNORE

Buongiorno a tutti,

“in questo giorno di luce è apparso il Salvatore del mondo, annunziato dai profeti, adorato dagli angeli. I magi vedono la sua stella, e pieni di gioia portano doni. Questo giorno santo risplende per noi: venite, nazioni, adorate il Signore (dal Responsorio dell’Ufficio delle Letture, Liturgia delle Ore). Di seguito riportiamo il Vangelo di Matteo (2, 1-12) sul cammino e l’adorazione dei Magi, segue un commento di San Leone Magno Papa, sulla manifestazione in tutto il mondo della salvezza di  Gesù:

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COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

Buongiorno a tutti,

oggi la Chiesa prega per i  suoi figli che  “ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace (Canone Romano) ” perché tramite Cristo passino dalla morte alla vita.

INNO (Dalla Liturgia delle ore)

 

O Cristo, che piangesti
per la morte di Lazzaro,
e vivo lo rendesti
a Marta ed a Maria,

tu implorasti il perdono
per i tuoi uccisori,
e al ladrone pentito
promettesti il tuo regno.
Tu che in croce affidasti
a Giovanni la Madre,
fa’ che ella ci assista
nell’ora della morte.
Concedi, o buon Pastore,
ai fratelli defunti
di vedere il tuo volto
nella gloria dei cieli.
 

 

A te sia gloria, o Cristo,
speranza delle genti,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.

 

“Il mistero del Sabato Santo”.

(MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI Domenica, 2 maggio 2010)

 

Il Sabato Santo è il giorno del nascondimento di Dio, come si legge in un’antica Omelia: “Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme … Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi” (Omelia sul Sabato SantoPG 43, 439). Nel Credo, noi professiamo che Gesù Cristo “fu crocifisso sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto, discese agli inferi, e il terzo giorno risuscitò da morte”. …

Il Sabato Santo è la “terra di nessuno” tra la morte e la risurrezione, ma in questa “terra di nessuno” è entrato Uno, l’Unico, che l’ha attraversata con i segni della sua Passione per l’uomo: “Passio Christi. Passio hominis”. … Quel momento, sta a testimoniare precisamente quell’intervallo unico e irripetibile nella storia dell’umanità e dell’universo, in cui Dio, in Gesù Cristo, ha condiviso non solo il nostro morire, ma anche il nostro rimanere nella morte. La solidarietà più radicale.

In quel “tempo-oltre-il-tempo” Gesù Cristo è “disceso agli inferi”. Che cosa significa questa espressione? Vuole dire che Dio, fattosi uomo, è arrivato fino al punto di entrare nella solitudine estrema e assoluta dell’uomo, dove non arriva alcun raggio d’amore, dove regna l’abbandono totale senza alcuna parola di conforto: “gli inferi”. Gesù Cristo, rimanendo nella morte, ha oltrepassato la porta di questa solitudine ultima per guidare anche noi ad oltrepassarla con Lui. Tutti abbiamo sentito qualche volta una sensazione spaventosa di abbandono, e ciò che della morte ci fa più paura è proprio questo, come da bambini abbiamo paura di stare da soli nel buio e solo la presenza di una persona che ci ama ci può rassicurare. Ecco, proprio questo è accaduto nel Sabato Santo: nel regno della morte è risuonata la voce di Dio. E’ successo l’impensabile: che cioè l’Amore è penetrato “negli inferi”: anche nel buio estremo della solitudine umana più assoluta noi possiamo ascoltare una voce che ci chiama e trovare una mano che ci prende e ci conduce fuori. L’essere umano vive per il fatto che è amato e può amare; e se anche nello spazio della morte è penetrato l’amore, allora anche là è arrivata la vita. Nell’ora dell’estrema solitudine non saremo mai soli: “Passio Christi. Passio hominis”.

Questo è il mistero del Sabato Santo! Proprio di là, dal buio della morte del Figlio di Dio, è spuntata la luce di una speranza nuova: la luce della Risurrezione. …

Capo d’Orlando, 02/11/2012

Dario Sirna