BENEDETTO IL SIGNORE, MIA ROCCIA

SALMO 143

Buongiorno a tutti,

i nostri passi oggi seguono il cammino segnato dal Salmo 143, di seguito riportato:

Benedetto il Signore, mia roccia, †

che addestra le mie mani alla guerra, *

le mie dita alla battaglia.

Mia grazia e mia fortezza, *

mio rifugio e mia liberazione,

mio scudo in cui confido, *

colui che mi assoggetta i popoli.

Signore, che cos’è un uomo perché te ne curi? *

Un figlio d’uomo perché te ne dia pensiero?

L’uomo è come un soffio, *

i suoi giorni come ombra che passa.

Signore, piega il tuo cielo e scendi, *

tocca i monti ed essi fumeranno.

Le tue folgori disperdano i nemici, *

lancia frecce, sconvolgili.

Stendi dall’alto la tua mano, †

scampami e salvami dalle grandi acque, *

dalla mano degli stranieri.

La loro bocca dice menzogne *

e alzando la destra giurano il falso.

Mio Dio, ti canterò un canto nuovo, *

suonerò per te sull’arpa a dieci corde;

a te, che dai vittoria al tuo consacrato, *

che liberi Davide tuo servo.

Il Salmo 143 è un Salmo messianico, e come tale celebra l’amore di Dio per l’uomo, la sua liberazione dalla schiavitù del peccato e la vittoria sulla morte ad opera di Cristo. Al centro del Salmo c’è la manifestazione di Dio con segni e prodigi cosmici e storici. Il Signore è colui che dona forza, destrezza, agilità, intelligenza e scienza all’uomo, affinché egli possa affrontare tutte le contrarietà che ogni giorno si oppongono all’accrescimento del suo legame d’amore con Dio. Questa è la battaglia più dura della vita, una guerra che non ha mai termine, inizia con la nascita e termina con la morte. Questa è la battaglia che ogni giorno ogni uomo deve combattere contro il male che è presente in se stesso e contro il male che lo assale dall’esterno. E’ la lotta più difficile della vita e la più importante perché da essa dipende tutta l’eternità. Ma Dio non sta nel Cielo a guardare come uno spettatore disinteressato che non ha null’altro da fare. Egli scende con potenza e piega il Cielo sulla terra, perché tutte le potenze celesti diventino una roccia, una fortezza, un rifugio e una liberazione sicura per tutti gli uomini del mondo. L’uomo da solo è incapace di sostenere il peso di questa continua ed estenuante guerra e senza Dio i suoi giorni diventano come “ombra che passa”, come un “soffio” fugace che nessuno riesce a percepire. Di fronte alla potenza dell’amore di Dio, l’uomo con tutta la sua miseria spirituale, scompare nel nulla, divenendo totalmente insignificante. Eppure se questo è il nostro pensiero e il nostro modo di giudicarci di fronte alla bellezza di Dio, per il Signore è del tutto diverso. Il Signore ama l’uomo e lo protegge, lo guida, lo difende, lo salva da se stesso e dal male. Agli occhi di Dio l’uomo, nonostante le sue debolezze e fragilità è una creatura che vale, perché porta in sé la Sua immagine, immagine che, purtroppo, desta anche l’interesse malefico dell’angelo ribelle. L’uomo spesso si lascia sedurre dal suo nemico stringendo con lui terribili alleanze che lo allontanano da Dio e dal suo destino di pace, di bene e amore. Ma Dio non permette al nostro nemico di prevalere su di noi e di condannarci ad un destino di fornicazione, di dolore e morte. Egli interviene nella storia dell’umanità con la potenza invincibile del suo Messia. Potenza che si scatena con folgori che si accaniscono sulle porte dell’inferno per liberare dalle sue fiamme tutti i prigionieri in esso detenuti, con frecce che sconvolgono e bloccano la mano estranea di tutti coloro che tendono insidie alla nostra vita, con la verità che smaschera i menzogneri e coloro che giurando il falso ci accusano per godere della nostra sofferenza e della nostra morte. Potenza che consente al Messia di affrontare direttamente la morte, raggiungendola nel nascondiglio degli inferi e vincendola con l’amore. E’ l’amore la ragione della nostra salvezza, è l’amore la ragione della sconfitta del male e della morte dalla nostra vita. E’ tramite l’amore che Cristo dona la sua stessa vita in cambio della nostra. La morte, tomba di una vita trascorsa nell’odio, destino che il nostro antico nemico vorrebbe riservare ad ogni uomo, viene sconfitta da Cristo, divenendo essa, nelle sue mani, “opportunità” per esercitare l’amore, “strumento” per donare la vita. L’amore con cui il Messia offre sulla croce la sua vita in riscatto della nostra è il dono che ci salva e ci libera per sempre dal possesso del male e delle tenebre eterne. E’ con la morte accettata da Cristo per amore nostro e in riscatto delle nostre vite che ci viene restituita la vita eterna. Non esiste un’arma più potente dell’amore di Dio, non esiste una forza che possa sconfiggerlo o emularlo. Esso è il motore di tutto l’universo, la luce eterna del Paradiso. Ecco perché anche noi insieme al Salmista dobbiamo cantare al nostro Dio la gioia della stupenda novità della nostra salvezza, la gioia della manifestazione dell’amore di Cristo per noi, innalzando al Cielo il melodioso suono di un’arpa a dieci corde che annuncia e festeggia la gloria del Messia, nostro Salvatore.

Capo d’Orlando, 03/11/2012

Dario Sirna

 

 

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